Il più grande violoncellista al mondo, Mischa Maisky, sul palco del Grandinetti

La figlia Lily lo affiancherà al pianoforte nel concerto

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E’ sicuramente uno degli spettacoli di punta della programmazione della 43esima edizione di MusicAmaCalabria, la rassegna diretta da Francescantonio Pollice tra il Teatro Grandinetti e il Teatro Costabile di Lamezia Terme. Il più grande violoncellista al mondo, Mischa Maisky, salirà questa sera sul palco del Grandinetti per un concerto in cui la figlia Lily lo affiancherà al pianoforte, con un programma che va da Beethoven e Britten a Tchaikovskji, Rachmaninov e Piazzolla. Abbiamo avuto modo di chiedere al musicista lettone – ma cresciuto e formatosi tra Russia e Israele, oggi vive in Belgio – qualcosa sul concerto di questa sera e sulla sua vita interamente dedicata al violoncello.

La decisione della sua vita è arrivata all’età di otto anni, un po’ tardi per l’educazione russa. Ma cosa l’ha spinto a scegliere il violoncello, invece del piano o del violino?

Mia sorella era pianista, mio fratello suonava il violino in quel periodo. Era pertanto una logica conseguenza che io suonassi il violoncello.

In alcune interviste ha ricordato di sua madre che avrebbe voluto fosse un bambino “normale”, non un musicista come i suoi fratelli maggiori. Quanto è “anormale” un musicista, allora?

Il problema maggiore, la difficoltà di essere un musicista professionista è che devi cominciare a suonare molto presto e inevitabilmente sei costretto a sacrificare una parte della tua infanzia da “normale”.

Non possiamo fare a meno di una domanda sui suoi studi con Rostropovich. Quando ha realizzato di trovarsi di fronte a un gigante del violoncello? Era più insegnante o musicista? Quale è stata la sua esperienza con lui?

Nel momento in cui ho ascoltato Rostropovich per la prima volta e anche quando l’ho incontrato di persona, mi è stato chiaro che fosse un gigante e non solo del violoncello. Era sempre stato il mio sogno studiare con lui. Era una grande musicista e un bravo insegnante, non c’è modo di farne un confronto. La mia esperienza con lui come insegnante è stata assolutamente unica e decisamente straordinaria.

Ha mai pensato di insegnare o dirigere?

La mia speranza, ogni volta che salgo su un palcoscenico, è di fare in qualche modo la mia parte riuscendo a insegnare qualcosa anche solo suonando, e che ognuno possa imparare da ciò che suono. Per me la qualità è più importante della quantità: in questo modo cerco di concentrare le mie energie su ciò che provo e riesco a fare meglio, vale a dire i concerti.

Lei ha detto di amare tutto ciò che suona, altrimenti non lo suonerebbe affatto, ma c’è qualche composizione che per alcuni versi è stata difficile affrontare?

Certo. Ci sono pezzi che sono più difficili da imparare di altri, ma in ogni caso suono solo la musica di cui mi innamoro, se non succede non la suono proprio.

Lei ha registrato più volte le Suites per violoncello di Bach. Cosa è cambiato nel tempo, perché ha sentito la necessità di registrarle ancora e ancora?

Io stesso sono cambiato con il tempo e ho sentito che le mie prime registrazioni non erano più rappresentative del modo in cui suono oggi. E’ un po’ come scattare nuove fotografie di tanto in tanto.

Cosa può dirci dei compositori contemporanei, ce ne sono alcuni che lei apprezza più di altri? Che tipo di musica le piace ascoltare?

Sicuro, ci sono compositori contemporanei che mi piacciono molto, qualcuno più di altri. Per me ci sono solo due tipi di musica: la buona musica e la musica non tanto buona. E quindi preferisco ascoltare buona musica, che può essere classica, jazz, ma anche altri generi.

Lei ha condiviso il palcoscenico con musicisti straordinari, e adesso lo fa con sua figlia e suo figlio. Cosa significa per lei?

E’ stato sempre il sogno della mia vita, fare musica con i mie figli. Farlo per me è come un sogno che è diventato realtà.

Può dirci qualcosa di ciò che andremo ad ascoltare nel corso del concerto che terrà con Lily al pianoforte, a Lamezia Terme? Come ha scelto i brani da eseguire?

E’ un programma molto bello e vario. Spero che il pubblico lo apprezzerà almeno quanto noi ci divertiamo nel suonarlo.

Nella sua lunga e invidiabile carriera ha lavorato e studiato con i più importanti musicisti e direttori di tutto il mondo. Cosa c’è nel suo futuro?

Spero davvero tanto di rimanere in salute per molti anni a venire e di continuare a condividere tutto ciò che amo e capisco con gente che lo sappia apprezzare.

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