Fittante, Miletta e Dattilo annunciano ricorso alla Corte di Cassazione contro gli importi da restituire al Comune

Si accusa l'amministrazione Mascaro di aver agito un anno dopo la sentenza di secondo grado e non aver atteso come la precedente

Più informazioni su


    Se ieri veniva pubblicata la determina con la quale il Comune di Lamezia Terme dovrà riscuotere 140.270,08 euro da 5 ex amministratori, procedimento iniziato nel 2001 ai danni di Costantino Fittante, Ferdinando Miletta, Giovanni Dattilo, Maurizio La Scala e  Giuseppe Cristaudo, oggi alcune delle parti in causa (Costantino Fittante, Gianni Dattilo, Fernando Miletta) danno la loro versione del procedimento “smarcando” di responsabilità politiche la precedente amministrazione comunale, per come invece accusato dal sindaco Mascaro,
    «La vicenda che ci riguarda ha una precisa origine. Nel 1992 siamo stati oggetto di un procedimento contabile da parte della Corte dei Conti per presunto danno erariale prodotto al Comune di Lamezia. Il procedimento contabile in tutte e due i gradi di giudizio si è concluso nel giugno 1996 con la nostra assoluzione definitiva e totale “per non avere prodotto danno erariale al Comune” nell’esercizio delle funzioni esercitate in qualità di Assessori da luglio 1990 a giugno 1991. A seguito di tale sentenza abbiamo chiesto al Comune il rimborso delle spese legali sostenute», viene spiegato nel comunicato stampa, «l’Amministrazione dell’epoca, in un primo momento (dicembre 1999) liquida a favore degli ex Amministratori tali spese e successivamente (a dicembre 2000), facendo perno su una lettura restrittiva delle norme di legge vigenti in materie e superando anche la prassi applicata da sempre da tutte le Amministrazioni d’Italia e consolidata riguardo al riconoscimento del diritto al rimborso, ne chiedeva l’immediata restituzione perché a suo giudizio non dovute».
    La nota prosegue nel riepilogo rimarcando come «si istaura un contenzioso tra i cinque ex Amministratori (noi tre, difesi da unico collegio legale, più Giuseppe Cristaudo e Maurizio La Scala) e il Comune. Contenzioso che ancora è aperto. Una prima sentenza del Tribunale di Lamezia, datata aprile 2008, da torto a noi ricorrenti e ci condanna alla restituzione al Comune delle somme ricevute. Avverso tale sentenza presentiamo ricorso davanti alla Corte di Appello di Catanzaro».
    Tra sentenza di primo grado, e quella di secondo, passeranno così 8 anni. Fittante, Miletta e Dattilo rimproverano a Mascaro che «nei casi simili, qualsiasi Amministrazione per precauzione evita di procedere alla emanazione degli atti necessari per il recupero delle somme. Attende quantomeno il pronunciamento della Corte, esercitando il potere discrezionale che gli appartiene, per evitare da una parte di istaurare un nuovo parallelo contenzioso conseguente all’inevitabile ricorso avverso degli interessati, e dall’altra per non correre  il rischio di vedere, come spesso succede, riformata la sentenza di primo grado a favore dei ricorrenti, con il risultato, in tal caso, di non incassare le somme pretese e di gravare sulle finanze del Comune gli onorari degli avvocati. Alla luce di ciò, si deve considerare corretto e saggio il comportamento dell’Ufficio Legale del Comune che ha ritenuto di non proporre in tutto questo tempo  l’azione per il recupero delle somme. La sentenza della Corte di Appello, che conferma quella del Tribunale, porta la data del maggio 2016, cioè quando Speranza e Piccioni avevano da un anno concluso i loro incarichi».
    Non legittima secondo i 3 ex amministratori neanche l’attuale scelta dell’amministrazione Mascaro, reputando che «malgrado due sentenze univoche, rimanendo pendente l’impugnativa davanti alla Corte di Cassazione proposta da parte nostra, sarebbe stato opportuno che il Sindaco Mascaro usare la stessa saggezza e l’analoga prudenza evitando l’avvio delle procedure di recupero per come ha fatto con la delibera di giunta del 26 maggio scorso, con ciò istaurando una nuova controversia. Prendiamo atto che così non è stato. Difenderemo il nostro diritto nelle sedi competenti cominciando col chiedere la sospensiva al Giudice competente per quest’ultima iniziativa della Giunta, fiduciosi per altro che il nostro già depositato ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello, formulato da un esperto, attento e competente avvocato di Roma e supportato anche da autorevoli pareri preventivi di altri avvocati e di qualche  docente universitario di diritto amministrativo, produrrà l’esito a nostro favore».

    Più informazioni su