Dietro l’omicidio Berlingieri un’insospettabile coppia di partner in crime

Nuova denuncia da parte del Procuratore Curcio sull'adeguatezza della videosorveglianza in città

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Oltre che coppia nella vita erano anche partner in crime, secondo gli investigatori, Federica Guerrise e Marco Gallo, indagati per l’omicidio di Francesco Berlingeri.
    Il personale della Polizia di Stato della Questura di Catanzaro ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, a carico della trentenne infermiera lametina Federica Guerrise, ritenuta corresponsabile dell’omicidio di Francesco Berlingeri e del ferimento del nipote minore Pio Paolo, avvenuti a Lamezia Terme lo scorso 19 gennaio. Il gip di Lamezia Terme ha convalidato il provvedimento di fermo, applicando alla donna la misura della custodia cautelare in carcere. Lo stesso provvedimento è stato notificato al marito trentaduenne Marco Gallo, già tratto in arresto nel luglio scorso in quanto ritenuto responsabile dell’omicidio di Gregorio Mezzatesta, assassinato a Catanzaro il 25 giugno 2017.
    Dalle indagini, effettuate anche con il supporto del servizio di polizia scientifica di Roma, si è appurato come sia la moto enduro intestata a Gallo, che la fiat 600 della moglie, fossero state immortalate dalle telecamere presenti sia nei giorni precedenti che la sera del delitto attorno all’attività commerciale del Berlingeri, con la verifica della presenza dei due coniugi confermata anche dalle celle telefoniche i cui cellullari si son agganciati nei momenti inciriminati.
    Il nuovo dirigente del commissariato, Marco Chiacchiera, ricorda come «questa è la prima conferenza stampa che faccio qui nella mia nuova veste, frutto di un’attività di collaborazione tra tutte le forze in campo, brave nel sapere leggere le indicazioni ed il contesto territoriale, nel sapere agire a ritroso nel tempo», aspetto rimarcato anche dal Procuratore Salvatore Curcio, ricordando le operazioni passate e parlando di «un’attività particolarmente complessa, partita da dati neutri che messi insieme hanno consentito di arrivare alla conclusione di poter affermare che chi aveva sparato a Berlingeri era una persona fredda, preparata, ed anzi solo per un caso fortuito il colpo che ha attinto il nipote della vittima non è stato letale».
    Curcio lamenta che «il Comune di Lamezia Terme, con una popolazione sopra i 70.000 abitanti ed una criminalità organizzata di livello, non ha un’adeguata rete di videosorveglianza, obbligandoci nuovamente ad andare a contattare singolarmente i proprietari di private videocamere con dispendio di uomini e mezzi». Nonostante ciò, il Procuratore rimarca come «dalle prime 2 lettere della targa, grazie anche al lavoro della scientifica di Roma, abbiamo potuto individuare il tipo di auto, andando poi a verificare tutte le Fiat 600 con quelle caratteristiche di carrozzeria ed immatricolazione, con unico risultato l’auto della Guerrise. Che la macchina non fosse là per caso l’ha confermato anche l’ulteriore indagine, da cui è emerso che la moto di Gallo, sebbene con carene diverse, e la macchina della moglie fossero già il giorno prima sul luogo del delitto».
    Il ruolo della moglie di Gallo è stato quello «di “specchietto”, attendendo fuori dal negozio della vittima per segnalare via telefono al marito il momento migliore per avvicinarsi a Berlingeri e compiere l’omicidio. Le attività di indagini proseguono, questo è stato un primo step che ha scoperto 2 persone insospettabili dedite a questo tipo di attività di estrema pericolosità sociale: ci troviamo di fronte però ad un killer freddo e con mano ferma, mentre la moglie è stata indagata per concorso morale e materiale nell’omicidio, perché non siamo di fronte ad una semplice complicità».
    Curcio rimarca come «entrambi non arrivano da ambienti criminali, non sono stati captati in quanto soggetti deboli, ma parliamo di due persone con una cultura ed istruzione ben definita, ben coscienti quindi di quanto stavano mettendo in atto».
    Sull’insospettabilità dei 2 soggetti incriminati si concentra anche il dirigente della squadra mobile, Nino De Santis: «parliamo di incensurati, mentre la vittima aveva avuto in passato dei coinvolgimenti in merito a reati contro il patrimonio, furti di auto o di altro tipo. E’ possibile che da questi precedenti possa essere nato un qualche tipo di contrasto tale da poter averne commissionato l’omicidio».
    Il sostituto Marta Agostini illustra come «le indagini partono dai movimenti anomali della 600 grigia, da là si sono acquisite le immagini delle telecamere private esistenti in zona, e grazie a quei video abbiamo registrato i movimenti sospetti in sincronia di moto ed auto. Grazie all’esito del lavoro della scientifica di Roma, e del consulente della Procura, abbiamo individuato la responsabilità della Guerrise, dopo avendo in atto già un’indagine su Gallo abbiamo collegato i 2 eventi riscontrando la stessa moto, stessi vestiti, stesse persone. Il binario autonomo dell’indagine di Lamezia si è poi incrociato con quello in atto a Catanzaro, il prossimo step sarà quello di risalire ai mandanti».
    Su ulteriori intrecci, però, gli inquirenti non si sbilanciano: sia l’indagine Mezzatesta che quella Berlingieri al momento son rette dalla Procura ordinaria, quella su Pagliuso dalla Dda.

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