Chiusi gli impianti sportivi, le associazioni chiedono che stesso metro sia usato anche per scuole e strutture comunali

Mancando gestione prorogata e certificati da gennaio porte chiuse per lo sport nella città della piana

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    Dopo il caso della chiusura al pubblico del Palasparti, con indirizzo dato ieri alla dirigente di non autorizzare più manifestazioni in via Marconi, si appresta ora un problema globale per lo sport lametino: mancando una proroga per le gestioni che scadranno il 31 dicembre (eccezione per la piscina comunale, che ha avuto un affidamento diverso che iniziato a marzo 2015 terminerà 9 anni dopo), dal nuovo anno non ci sarà più nessuno che andrà ad aprire gli impianti sportivi, tornando questi nelle disponibilità del Comune che non ha risorse di personale adeguato per potere garantire il tutto, con inoltre i problemi relativi ai certificati non garantiti come in possesso degli uffici di via Perugini.

    Al termine dell’incontro avuto questo pomeriggio le associazioni sportive cittadine lanciano il proprio grido di disappunto «nel prendere atto delle decisioni assunte dalla terna commissariale tendenti a negare la pratica dello sport a tutti i livelli attraverso il divieto all’uso delle strutture sportive cittadine».
    Le società «premettendo che la pratica dello sport è diritto costituzionalmente garantito e tutelato e lo Stato, in tutte le sue derivazioni ed amministrazioni,  deve adoperarsi per rimuovere gli ostacoli che ne impediscano la pratica con la conseguenza che le amministrazioni comunali, siano esse ordinarie o straordinarie, hanno come prerogativa quella di provvedere alla rimozione degli ostacoli con l’adozione di tutte le misure necessarie per ovviare alle eventuali carenze riscontrate e non quella di eliminare la problematica impendendo la pratica dello sport in maniera drastica, arbitraria e generalizzata», chiariscono che «quanto si sta verificando a Lamezia Terme, seppur fondato su una legittima decisione giuridica, non tiene conto della realtà cittadina e del danno che si andrebbe a creare, che sarebbe  di gran lunga superiore alla problematica alla quale vorrebbe porsi rimedio. È evidente infatti che la decisione assunta dagli attuali amministratori ( chiusura degli impianti sportivi) va a ledere i diritti soggettivi e gli interessi legittimi delle associazioni e delle migliaia di cittadini che praticano sport direttamente o indirettamente e che vedranno svanire immediatamente (come peraltro già successo) il frutto di anni di sacrifici ed impegni. La pratica dello sport ha valenza sociale ed ogni associazione sportiva che svolge attività in questa città ha un forte radicamento nel tessuto sociale cosicché una decisione così drastica non potrà non averne riscontro anche a questo livello».
    Per le società «l’imposizione di drastiche decisioni da parte dell’amministrazione legittimerà l’assunzione di pesanti decisioni da parte di tutte le associazioni, non ultima la rinuncia ai campionati federali  di riferimento , con il conseguente dovuto avvio di tutte le necessarie procedure giudiziarie risarcitorie nei confronti dell’amministrazione comunale».
    Si rimarca che «vista la immediatezza della comunicazione da parte  dell’amministrazione, assumeremo tempestivamente tutte le decisioni atte a tutelare i diritti nostri e dei cittadini mettendo in pratica ogni necessaria forma di civile protesta, non ultima la richiesta di intervento del CONI e delle Federazioni nazionali già informate su quanto sta accadendo», allargando poi l’ambito di discussione anche agli altri immobili comunali, «denunciando formalmente la stessa carenza di sicurezza, e che venga disposta la chiusura delle scuole, degli uffici e di tutte le strutture pubbliche  non a norma presenti nella città di Lamezia Terme. Se assunzione di responsabilità deve esserci che sia estesa e puntuale».

    g.g.

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