La commissione straordinaria rassicura le associazioni culturali sull’apertura del Grandinetti e degli altri teatri

Entro fine mese il bilancio di previsioni con gli stanziamenti per i lavori previsti, ma la consulta chiede anche di andare oltre

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    Dopo le preoccupazioni da parte di alcune associazioni lametine in merito alla comunicazione arrivata dal Comune di non poter garantire l’apertura del Teatro Grandinetti per i prossimi spettacoli, essendo in atto un braccio di ferro tra via Perugini e l’associazione Ti.Gi che vorrebbe riconosciuta formalmente l’autorizzazione a prestare i servizi teatrali (al momento garantiti solo per le stagioni di prosa), si è svolto questa mattina l’incontro tra parte della terna commissariale e la consulta composta da alcune delle stesse associazioni.
    La consulta delle associazioni lametine si è proposta come soggetto interlocutore sulla programmazione di eventi sportivo-culturali nonché come organismo di supporto e organismo propositivo per le tematiche generali dei suddetti settori. Proposte che sono state recepite dai commissari, dal segretario generale Ceccherini e dai dirigenti Aiello e Belvedere, con che fattivi esiti si vedrà in seguito.
    Anche se ufficialmente non è stata mai pubblicata alcuna ordinanza, sulla chiusura dei Teatri Umberto e Costabile (già serrato durante l’amministrazione Mascaro per lavori annunciati ma non effettuati), così come per gli impianti sportivi chiusi al pubblico da oltre 2 mesi, i commissari hanno assicurato interventi mirati che verranno inseriti nel bilancio previsionale, da approvare entro fine mese (così come quelli inseriti in Agenda Urbana, che in diversi casi coincidono), per consentire una soluzione definitiva ai problemi di agibilità. Dopo ci dovranno essere progetti, gare d’appalto, esecuzione dei lavori, ed in via Perugini la celerità non è la primaria qualità di questi tempi.
    Per la quanto concerne il Teatro Grandinetti è emerso che è carente di certificato di agibilità (aspetto noto, essendo legato alla presenza di operatori antincendio, aspetto ad oggi garantito da Ti.Gi) ma che allo stato non sussistono le condizioni per una chiusura ritenendo pertanto superata la comunicazione effettuata dall’ente nei giorni scorsi.
    Le associazioni hanno poi ribadito la richiesta di rivedere al ribasso il canone d’uso per l’utilizzo dei teatri e di restituire alla collettività il Teatro Russo quale luogo di cultura, ma se il primo aspetto è legato sia al bilancio che al piano di rientro (essendo rientrante tra i servizi a domanda individuale, con la quota 36% da dover coprire con tariffe pagati dagli utenti interessati), il secondo risulterebbe anacronistico essendo la struttura stata riconvertita con fondi vincolati all’accoglienza degli immigrati (e con lavori già conclusi) e da assegnare per questi scopi (nella bozza di Agenda Urbana si parla apertamente di Centro polifunzionale ex Teatro Russo).
    Gi.Ga.

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