«Le chiusure degli impianti sportivi e culturali è specchio del mancato controllo dei dirigenti su cui deve intervenire la Procura della Repubblica»

Lunedì alle 10 ci sarà una nuova riunione della consulta delle associazioni culturali presso la sede della Pro Loco

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Atto terzo della contesa tra Ti.Gi e Comune sui servizi teatrali, all’indomani della revoca dei bandi sui servizi teatrali e cinematografici da parte di via Perugini.  «La presenza dei commissari prefetizzi sarebbe dovuta servire a fare pulizia, e spero che la prossima amministrazione possa operare con gente nuova ed obiettivi diversi», precisa in apertura Francesco Grandinetti, socio fondatore di Ti.Gi, distinguendo quanto già ripercorso sul piano tecnico e giuridico da quello politico: «non si può parlare di motivi di illegittimità senza prendere azioni di conseguenza. Nel ricorso al Tar avevamo avanzato noi stessi quello che non andava in quei documenti, le nostre contestazioni sono state accolte anche dai giudici amministrativi che avevano ordinato di andare avanti con la gara, ma non essendo andata avanti la procedura non c’erano danni quantificati per come rimarcato nella determina. Se si parla di eccesso di potere, di illegittima, la città deve sapere se ci sono conseguenze di tipo penale o amministrativo, perché chi sbaglia deve pagare per dimostrare la garanzia dei diritti».
    Nella determina pubblicata ieri si contestava l’avvio del bando solo con una delibera di giunta e senza quella del consiglio comunale (motivo che, per esempio, in precedenza aveva già portato all’annullamento della gara sulla gestione dei parchi), Grandinetti così reputa che «non è possibile che una dirigente avvalorava quella procedura, un’altra dirigente ora revoca tutto ritenendo non regolare. Le chiusure degli impianti sportivi e culturali è specchio del mancato controllo dei dirigenti, non dei commissari, e su questo deve intervenire la Procura della Repubblica», ricordando come «l’organizzazione delle stagioni di prosa è avvenuta di fatto con affidamenti diretti, mentre nella stessa determina di ieri si contesta anche l’aspetto dell’offerta oltre a quelli dei servizi. Sulla base di quale documento, e di che tipo, si è data disponibilità dei teatri a chi ha poi avuto i finanziamenti regionali? Se ci sono è colpa dell’amministrazione, se non ci sono è delle associazioni».
    Rimarcando i punti di contatto tra la determina di revoca dei servizi teatrali e quelli cinematografici, Grandinetti palesa altre perplessità «di criteri che erano cuciti addosso a chi si voleva vincesse», sostenendo che «di questi muri insormontabili i cittadini ne vedono ogni giorno per rivendicare i propri diritti».
    Sui danni più che economici anche culturali e di immagine si sofferma invece Federico Grandinetti, presidente di Ti.Gi, perché «la chiusura dei teatri comporta anche l’impossibilità di effettuare i saggi finali delle scuole di danza, di altri spettacoli, si delude una città».
    Lunedì alle 10 ci sarà una nuova riunione della consulta delle associazioni culturali presso la sede della Pro Loco, sempre su questa tematica in merito alla quale ci sono ora due fronti: da un lato chi ha usufruito ed ora vede a rischio i finanziamenti regionali, dall’altro le rimanenti associazioni lametine rimaste senza un palco dove esibirsi.
    Come la vicenda delle strutture sportive sta dimostrando, il rischio è che “il sipario” cali per non poco tempo sulle attività culturali e di spettacolo al chiuso (ed anche quelle all’aperto, dopo le vicende della fiera di San Biagio, potrebbero non essere sicure al 100%) tra ostacoli burocratici, comunicazioni lente, finanziamenti da richiedere con apposita documentazione e procedure amministrative da imbastire.
    Per esempio sui lavori preventivati dalla terna dei commissari da effettuare sui 3 teatri, Francesco Grandinetti spiega che «ottenuto il certificato prevenzione incendi, il Comune doveva redigere il certificato di agibilità. L’ultimo incontro è stato effettuato a febbraio, le attività son continuate su richiesta dei commissari per far terminare le stagioni di prosa visto che solo Ti.Gi ha le competenze richieste per garantire il servizio antincendio. Porre ora una questione di certificazione antisismica allargherebbe la platea degli interventi a tutte le strutture scolastiche e pubbliche (anche in questo caso il piano delle opere pubbliche ha più di un intervento dedicato, nb), e quelle private anche volessero adeguarsi dovrebbero cozzare contro questa situazione di incertezza del Psc». Il prossimo passo di Grandinetti sembra così essere il ritorno in campo in politica per le elezioni amministrative.

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