«Alimentare la paura per racimolare consensi non serve»

Il presidente della Regione, Mario Oliverio, è intervenuto questa mattina al convegno promosso dalla Fiom-Cgil che si è tenuto presso la sala Napolitano del Comune di Lamezia Terme

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    Il presidente della Regione, Mario Oliverio, è intervenuto questa mattina al convegno promosso dalla Fiom-Cgil che si è tenuto presso la sala Napolitano del Comune di Lamezia Terme sul tema: “Il Cammino della speranza. Migranti: accoglienza, dignità, lavoro”. A confronto esperienze di accoglienza e integrazione dei migranti e la situazione dei flussi nel Mediterraneo e in Europa, anche alla luce del montante clima di avversione che si sta creando nel Paese e in Europa rispetto al fenomeno migratorio. Ai lavori, a cui hanno partecipato anche rappresentanti delle Ong che operano nel Mediterraneo, del mondo dell’associazionismo e del sindacato, è intervenuto anche il Sindaco di Riace Mimmo Lucano che ha raccontato l’esperienza di accoglienza del suo piccolo comune e le difficoltà incontrate in questi anni. 
    «Riace -ha detto, tra l’altro Lucano- è un simbolo di speranza per la Calabria e per il mondo. Se in un piccolissimo comune della Calabria è stato ed è possibile vivere un’esperienza di umanità e accoglienza, allora è possibile ripeterla in qualsiasi altra parte del mondo e dell’Europa. Da qualche anno c’è un tentativo di demolire la nostra esperienza e ciò che essa rappresenta, nel mondo  la cultura dell’odio e della morte si sta macchiando di crimini atroci contro l’umanità, mortificando la dignità delle persone più deboli», il sindaco di Riace ha invocato con grande commozione e forza «giustizia per Soumaila Sacko e Becki Moses».
    Gli ha fatto subito eco il presidente della Regione, Mario Oliverio, che ha definito «illusoria e disumana la risposta che alcune forze della destra stanno tentando di agitare di fronte ad un fenomeno epocale che è praticamente impossibile bloccare o arginare. Alimentare la paura per racimolare consensi, non serve. L’Europa deve interrogarsi sulle cause del fenomeno e agire su di esse. E il campo delle forze progressiste, che non sono animate da spirito xenofobo e guardano con una impostazione umanitaria ed inclusiva a questo fenomeno, tesa ad affermare i diritti delle persone, deve avere la capacità di mettere in campo una proposta concreta e unitaria».
    Dal ministro Salvini, che nei giorni scorsi è venuto in Calabria, Oliverio si aspetta «che la vergogna della tendopoli di San Ferdinando venga definitivamente cancellata non con la deportazione, ma con politiche adeguate che consentano di dare una risposta umanitaria attraverso provvedimenti e politiche di integrazione. Noi, pur non avendo competenze in materia, abbiamo dato un piccolo segnale, mettendo a disposizione qualche centinaio di migliaia di euro per un primo intervento. Ora mi aspetto che si vada oltre. Gli uomini e le donne che sono ospitati a San Ferdinando non sono clandestini e devono essere trattati come persone. Il rispetto della dignità delle persone viene prima di ogni cosa».
    Per il presidente della giunta regionale «la causa di Mimmo Lucano, che è una causa nobile e giusta deve essere aiutata e sostenuta da tutte le forze che realmente sono animate da spirito positivo e dal rispetto per le persone, perché a Riace c’è un esempio virtuoso di come l’accoglienza possa essere praticata, di come diverse etnie possano coesistere e di come, un piccolo centro che era stato abbandonato da tutti a causa dall’emigrazione, sia tornato a vivere. Venga a visitarlo il ministro Salvini: si renderà conto personalmente che una politica dell’accoglienza è possibile. Non si può ostacolare un’esperienza come questa solo perché essa rappresenta un esempio positivo di accoglienza e integrazione. Non può più accadere, come sta accadendo da un anno e mezzo a questa parte, che non si trasferiscano più le risorse previste, i 35 euro al giorno per intenderci, perché le procedure e la burocrazia prevalgono rispetto ai bisogni delle persone. Mi auguro che anche la Fiom possa attivare a livello nazionale tutte le iniziative necessarie per sbloccare una situazione disumana e assurda, per fare in modo che Riace non muoia, perché ho l’impressione che si stia facendo di tutto fare morire questa esperienza, tanto è vero che persino una fiction, prodotta dalla Rai, è stata bloccata».
    Secondo Oliverio «la cultura dell’accoglienza fa parte del DNA della Calabria e dei calabresi. In oltre il 50% dei Comuni della nostra regione si pratica lo Sprar, a riprova che anche in una terra come la nostra, che non è il Veneto e non è la Lombardia ed in cui la disoccupazione è a livelli altissimi, una via diversa di accoglienza, alternativa, praticata e misurata sul campo, è possibile. Ed è possibile perché per noi, prima di ogni altra cosa, c’è la dignità delle persone, il diritto di tutti a vivere dignitosamente e a costruire il proprio futuro». 

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