«L’autosospensione di tutti i dirigenti locali di un partito dovrebbe far riflettere»

Nuovo passaggio della crisi interna a Forza Italia a Lamezia Terme.

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    In una nota firmata da ex dirigenti e tesserati (in cui compaiono Roberto Ascioti, Martina Candido, Giovanni Carino, Alessandra Cefalà, Elena Cefalà, Marco Cerminara,  Alessandro Cordiano, Giuseppe Cristiano, Filippo Saverio Folino, Pasquale Gentile, Vincenzo Gigliotti, Fabio Gottardo, Antonio Gualtieri, Mario Magno, Giovanni Melito, Danilo Messena, Cosimo Pistocchi, Diego Pistocchi, Giuseppe Pizzonia, Cesare Posca, Luigi Pullia, Alessandro Raso, Cristian Raso, Filippo Raso, Giacinto Saladino, Pietro Sinopoli, Nicolino Trombetta, Francesco Ruberto, Vincenzo Ruberto, Rosy Rubino) nuovo passaggio della crisi interna a Forza Italia a Lamezia Terme.
    «Un partito andato in frantumi per mancanza di democrazia partecipata», lamentano gli ex forzisti, autosospesi dal partito dopo la decisione del coordinatore provinciale Tallini e del coordinatore cittadino Spinelli di far rientrare nel gruppo forzista l’ex presidente del consiglio comunale di Lamezia, Francesco De Sarro, «siamo profondamente delusi, sia dai modi monocratici utilizzati per scelte così importanti che hanno notevoli ricadute sul territorio di Lamezia già martoriato da uno scioglimento comunale, sia per le polemiche ad personam, continue ed incessanti a colpi di infinite repliche  che poco hanno a che fare con un partito che dovrebbe crescere dopo aver raggiunto il minimo storico di gradimento nazionale. Tutto probabilmente dovuto a vecchie logiche gestionali e padronali che sono state scaraventate dall’esempio di pluralità dimostrato da Salvini e Di Maio, apprezzabili per aver dato voce ai territori e ai coordinamenti territoriali».
    Si reputa che «l’autosospensione di tutti i dirigenti locali di un partito dovrebbe far riflettere, a meno che gli stessi non siano degli stolti precedentemente  nominati  in maniera totalmente errata o militanti con capacità di critica che, se coinvolti democraticamente nelle scelte, potrebbero frenare un’operazione il cui diniego rappresenterebbe un fallimento dei piani di chi l’ha ideata. Tallini ha parlato di scelta ponderata e condivisa. Ma da chi? Ancora non lo abbiamo capito».
    Si torna così sulla questione De Sarro data l’indagine che coinvolge il padre per presunta pratica di compravendita di voti, sostenendo che «chi tiene alla propria terra e alla trasparenza del proprio gruppo partitico, dopo un terremoto giudiziario, politico e amministrativo di tale portata, tende a riflettere, a fare le scelte temporalmente più opportune e quantomeno discusse e condivise tra chi ne ha responsabilità e diritto che non è quello del solo coordinatore provinciale o cittadino. Così fosse, non si parlasse di gruppo, ne di partito, ma di auto-monocrazia che non riconosciamo nei dettami della buona politica. Di certo, avremmo atteso con felicità l’esito favorevole e positivo di questa brutta vicenda giudiziaria, festeggiando con Francesco De Sarro anche il suo rientro in Forza Italia. Ma Tallini e Spinelli sono stati, a nostro avviso, fin troppo frettolosi e autoritari nel compiere una scelta per altro non condivisa e appresa dalla dirigenza lametina solo attraverso gli organi di stampa, rimanendone dunque assolutamente ignara, mai informata nè coinvolta democraticamente e anzi, dopo la rimostranza dell’autosospensione in segno di protesta contro una decisione monocratica, anche beffeggiata con la nomina dello stesso De Sarro a vicecoordinatore provinciale di Catanzaro. Se questi sono i segni di maturità, collegialità, rispetto  e democrazia del gruppo provinciale e regionale di Forza Italia, riteniamo di dover fare una approfondita riflessione con tutti gli iscritti al fine di verificare se permangono le condizioni di militanza nel partito».
     

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