Anche a livello locale si ci sta schierando su un versante o l’altro nel rispondere al quesito se esista un problema di integrazione o di discriminazione di stranieri

A distanza di circa 2 settimane l'uno dall'altro due cittadini con medesima provenienza arrivati sulla costa lametina per divertimento hanno avuto epiloghi mediatici diversi, così come lo sono stati i contesti delle notizie trattate.

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    A distanza di circa 2 settimane l’uno dall’altro due cittadini con medesima provenienza arrivati sulla costa lametina per divertimento hanno avuto epiloghi mediatici diversi, così come lo sono stati i contesti delle notizie trattate.
    Il 29 luglio a Gizzeria si concludeva la tappa del campionato mondiale di Kitesurf, con 59 atleti provenienti da 19 Paesi differenti sparsi nei 5 continenti, con il dominicano Adeury Corniel a vincere nella categoria Pump. Risalto mediatico internazionale positivo per l’evento avvenuto sulla costa lametina e ritorno di immagine come già avvenuto negli anni passati.
    Venerdì un altro cittadino dominicano, Carlos, torna a far parlare della costa lametina ma nel verso opposto, essendo stato malmenato il 15 agosto insieme a compagna e madre di lei (entrambe lametine) dopo aver cenato in un ristorante a Falerna (la coppia risiede a Milano ed era venuta in vacanza in Calabria), pochi chilometri di distanza dal precedente evento ma con racconto di tipo ben diverso: non prestigio sportivo, ma violenza mossa da motivi razziali e nuovamente Calabria nei radar dei mass media nazionali ma con accuse di razzismo e lunga coda di commenti sdegnati della politica o di ambienti a corollario.
    Sempre venerdì dal commissariato di polizia lametino si rendeva conto di una rissa in centro che aveva coinvolto un cittadino extracomunitario ed alcuni ragazzi lametini, e già altre notizie del genere si erano registrate quest’estate (il 4 luglio sull’isola pedonale protagonisti cittadini marocchini, per citare un altro caso segnalato dai carabinieri) senza mai superare gli ambiti degli organi di stampa locali o dei profili lametini sui social network.
    A fare la differenza alle reazioni nel caso di Falerna è il contesto nazionale: se da un lato l’attuale ministro dell’Interno sia negli anni precedenti al nuovo incarico, che nell’attuale fase di rappresentante del Governo, sembra giornalmente scandagliare le cronache locali per riportare fatti di cronaca con imputati determinati gruppi sociali (stranieri o rom, per fare due esempi ricorsivi), la “controffensiva” del lato polito avverso fa il medesimo lavoro ma nell’orientamento opposto, riportando le notizie in cui le stesse categorie son vittime e non colpevoli. La stessa notizia diventa così “prova” della propria tesi a seconda del credo dell’una o dell’altra fonte.
    Tra Sprar ed altre forme di accoglienza nei vari comuni del lametino, e stranieri che hanno deciso anche di prendere la residenza nello stesso territorio, il numero di cittadini non nati in Italia negli ultimi anni è salito, e la porzione di regione che ospita l’unico aeroporto internazionale calabrese ed uno dei 3 snodi principali ferroviari dovrebbe anche aver iniziato ad abituarsi ad altre fisionomie, idiomi e culture.
    Per citare la maggiore realtà demografica, gli stranieri residenti a Lamezia Terme al 1 gennaio 2018 sono 5.367 e rappresentano il 7,6% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dal Marocco con il 29,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (22,1%) e dall’Ucraina (9,8%), ma nella città della piana si riversano per motivi vari anche stranieri provenienti dall’hinterland.
    Ad esempi positivi (le attività di decoro urbano curate dalla Malgrado Tutto, il risalto dato alle attività e studi delle realtà che gravitano attorno alla Progetto Sud), si contrappongono anche notizie di livello opposto (prostituzione, caporalato, merce contraffatta o non a norma proveniente dai mercati cinesi, etc), ed al di là delle divergenze politiche locali sugli stilemi dei temi nazionali, la stessa città della piana ha due beni comunali (ex Teatro Russo ed ex Palazzo della Cultura) che sono stati rimessi a nuovo proprio con fondi legati all’integrazione multiculturale (anche se attualmente entrambi son chiusi e non affidati).
    Anche a livello locale, seguendo le analisi nazionali, ognuno si sta quindi schierando su un versante o l’altro nel rispondere al quesito se esista un problema di integrazione o di discriminazione di stranieri. Ma Lamezia è la città in cui la stessa domanda la si potrebbe porre anche parlando dei cittadini lametini residenti nel campo rom di Scordovillo. 

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