Riemergono a fine settembre i problemi di via di fuga già affrontati a giugno per il Teatro Grandinetti

A fronte di un'ordinanza di chiusura che non esiste, le associazioni culturali lametine ne chiedono un'apposita per poter far rispettare quanto già attuato fino ad oggi per poter riaprire

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    A fronte di un’ordinanza di chiusura che non esiste, le associazioni culturali lametine ne chiedono un’apposita per poter far rispettare quanto già attuato fino ad oggi per poter riaprire il Teatro Grandinetti, ora chiuso per cavilli legati all’atto di acquisto che il Comune fece dal Tribunale durante l’amministrazione Speranza: come già affrontato a giugno, il problema è il corridoio esterno rimasto nella proprietà della famiglia Grandinetti che ne ha concesso la servitù per le vie di fuga durante gli spettacoli.
    «I calendari delle stagioni previste a Lamezia sono stati comunicati al Comune già da luglio, avendo scadenze da dover rispettare per i bandi regionali. Abbiamo sempre interloquito con la commissione con lo stile a noi consono per voler tenere viva questa città, ma il rischio che lo stile scelto dalla commissione faccia morire questa città non ci fa ben sperare». Il direttore dell’Ama Calabria, Francescantonio Pollice, apre con questa analisi l’incontro con la stampa convocato insieme alle altre associazioni culturali per spiegare i motivi che hanno portato al prossimo annullamento delle stagioni teatrali in città non essendoci strutture aperte per ospitarle, sia nel periodo estivo che successivo.
    «I problemi di strutture culturali e sportive sta avendo un effetto domino devastante, la chiusura di tutto porterà al solo struscio serale, una mancanza di crescita culturale produce un’involuzione  vanificando non solo lo sforzo delle associazioni quanto anche devianze note», spiega Pollice ripercorrendo tutti gli incontri avuti in questi 9 mesi del 2018, con i problemi di gestione ed agibilità del Teatro Grandinetti, «ed anche sulle linee di indirizzo del nuovo bando di gestione non sono state accolte le nostre richieste di chiarimenti. A giugno nuovo caos per i saggi di danza che si sono tenuti solo dopo le giuste proteste di scuole ed alunni, estate senza eventi in città che hanno traslocato altrove. Il 19 settembre si quantificano i lavori richiesti a febbraio per riaprire il Teatro Costabile in circa 18.000 euro, ma sopratutto che l’acquisto del Teatro Grandinetti non riguarda tutta la struttura con problemi quindi dal punto di vista della certificazione antincendio. Con gli stessi soldi l’amministrazione Speranza avrebbe potuto costruire un nuovo teatro tenda».
    Pollice valuta così che «se le condizioni di sicurezza son le stesse delle passate stagioni di prosa, e dei saggi di danza, non esistono motivi ostativi per riaprire il Teatro Grandinetti. I commissari non si vogliono assumere le responsabilità, c’è un blocco sul bando della gestione dei servizi teatrali, non si può rincorrere il caos esistente al Comune per mancanze di personale».
    Nico Morelli de I Vacantusi sottolinea amaramente come «sognavano di fare una conferenza stampa congiunta per presentare le stagioni di prosa di ognuna delle associazioni, ci troviamo invece nuovamente in questa sede per palesare il rischio di altre privazioni. Fuori da Lamezia già stanno arrivando telefonate per offrirci ospitalità, entro il 5 ottobre dobbiamo inviare in Regione tutta la programmazione pena la decadenza dei contributi. Tra commissione e dirigenza c’è un rimpallo di responsabilità, non potendo risolvere i problemi giuridici in tempi brevi, ma potendo seguire la via dell’ordinanza sindacale e l’accordo per l’uso delle vie di fuga».
    Piero Bonaccurso di Teatrop lamenta «scarsa elasticità mentale, ma anche preparazione tecnica, da parte del Comune che non riesce ad adeguare quanto necessario in base agli eventi», auspicando «di poter avere il Teatro Costabile nuovamente a disposizione subito per poter concorrere al nuovo bando delle residenze teatrali».
    Per il Lamezia Film Fest la “via di uscita” comunicata dal direttore Gianlorenzo Franzì è quella di «incontri che si potranno tenere all’interno del Chiostro di San Domenico, avendo già fissato le date con gli ospiti nel mese scorso, ma rimane il paradosso di una manifestazione sul cinema senza proiezioni».
    Ivan Falvo D’Urso dell’Arci concorda nel valuta che «con la stessa cifra spesa all’epoca si sarebbe potuto comprare anche la struttura dell’ex hotel Rossini per ridisegnare il palco ed i camerini del teatro Grandinetti in un’ottica di espansione, potendo ospitare anche maggiori spettacoli come la lirica». C’è poi il problema di Lamezia Summertime, rimodulato ed in cui il Comune è capofila, ma lo stesso ente comunale indica come sede autunnale delle attività teatrali proprio il Teatro Grandinetti ad oggi non concesso ad alcuna richiesta.
    Problemi simili, ma ambito diverso, son quelli dello sport, rappresentato da Massimiliano Serrao del comitato che le racchiude. Il presidente del Basketball Lamezia annuncia che «lunedì segnalerò alla corte dei corti i danni economici che la commissione ci sta comportando. Siamo davanti a chiusure senza ordinanze, senza un piano di soluzione dei problemi, siamo pronti ad occupare le strutture comunali perché sono della comunità, non di chi non ha nemmeno cercato di capire i dati esistenti o ignorato i documenti che noi abbiamo portato al Comune. In una città normale in 10 giorni certi problemi si risolvono, ma Alecci già nell’esperienza a Messina aveva dovuto rispondere delle cause di dissesto».
    Per il promoter Ruggero Pegna «la politica, regionale e comunale, non ha avuto visione né ha aiutato la città a crescere. Ora lo Stato sta bastonando nuovamente Lamezia, anche la sentenza sulla incandidabilità di Paolo Mascaro solleva dei quesiti su come si è arrivati allo scioglimento del consiglio comunale».
    Pegna rimarca come «il report sulle strutture richiesto in un primo incontro, anche alla luce delle prescrizioni che le norme impongono, nessuno è stato in grado di presentarlo dal Comune» e che il Teatro Grandinetti «ha un palco trapezoidale che non può ospitare il 90% dei grandi eventi, con una capienza che non permette l’autocopertura dei costi con i soli ingressi, motivo per cui da anni non propongo spettacoli in città. La commissione vigilanza ha però decretato l’agibilità dello stabile, non si può chiudere un teatro per un locale caldaia o un problema di accatastamento. C’è un’intera classe di dirigenti e funzionari che andrebbe rispedito a casa al pari della politica».
    Solidarietà viene portata anche da Lamezia Shopping, palesando sia i mancati introiti che indotto venuto meno, quanto i problemi di manutenzione in città.
    Il dato noto è che, al momento, senza teatro aperto le associazioni perderanno i contributi regionali 2019, dovendo poi attendere anche le decisioni in merito alla liquidazione di quanto spettante per il 2018. Oltre al danno, quindi, anche la beffa economica.

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