Ulteriori vincoli rispetti a quelli vigenti proposti ai partiti da una serie di cittadini per le prossime elezioni amministrative

Si va però anche oltre l'ambito elettorale, chiedendo poi di fare di più rispetto a quanto già obbligatorio per le amministrazioni comunali

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Se l’ambito delle decisioni sull’incandidabilità o decadenza degli eletti è legato alle sentenze dei tribunali, una serie di cittadini (e non le associazioni e movimenti politici che rappresentano), seguendo un protocollo sottoscritto nel 2005 (ma 13 anni dopo ogni firmatario nuovo o precedente dovrà nuovamente esprimersi), chiede ai vari partiti in vista delle prossime elezioni comunali previste nel 2019 di avere liste composte in modo diverso rispetto ai soliti crismi, andando ad aggiungere ulteriori vincoli alle normative nazionali che esistono (o in alcuni casi replicando le stesse).
    Per liste “pulite e candidature moralmente sane, preparate e competenti” tra gli aspetti “extra norma” si propone di effettuare la sottoscrizione delle firme per le candidature solo su un modello standard unico con i nomi di tutti i candidati della lista, con firme autenticate dal segretario comunale, mentre ai candidati oltre a quanto già previsto si chiede sull’ambito morale anche la dichiarazione di non essere stati citati nei decreti di scioglimento (al di là della dichiarazione di incandidabilità, che compete ai tribunali), ma anche escludere chi abbia avuto interdizioni temporanee, anche in caso di sole indagini, oltre alla estraneità ad ambienti criminali o deviati.
    Si va però anche oltre l’ambito elettorale, chiedendo poi di fare di più rispetto a quanto già obbligatorio per le amministrazioni comunali, con avvisi pubblici sia per i rappresentanti comunali nelle società partecipate, che per tutti i lavori pubblici sia sopra o sotto soglia per gli affidamenti diretti, ed eventuali dirigenti o consulenti (preoccupazione che in una Lamezia in stato di piano di riequilibrio potrebbe non avvenire a breve).
    Da precedenti amministrazioni si ripropongono eventuali esenzioni fiscali comunali per esercenti che denunciano il racket, come la revoca di appalti a società o aziende che si trovassero ad essere indagate per eventuali reati specifici, aspetti che dovrebbero poi andare valutati in ambito dei conti comunali e delle normative vigenti.
    In realtà negli interventi degli intervenuti il processo alla precedente campagna elettorale, e all’amministrazione comunale uscente, viene fatto chiedendo di non ripetere gli errori del passato. Nessuna parola, invece, nella mancanza di atti amministrativi revocati dall’attuale terna commissariale, concentrandosi più sull’ambito della formazione delle liste più che dell’azione amministrativa vera e propria in atto (se non nel condannare i disagi in vari ambiti, anche sovracomunali, come sanità, cultura, idrogeolia…).
    Sempre in ambito elettorale venerdì il comitato 4 gennaio terrà un altro incontro per proporre che ogni candidato a sindaco abbia una sola lista a supporto, iniziativa che però trova l’opposizione degli intervenuti odierni imputando una svolta politica al comitato nato per festeggiare i 50 anni di Lamezia Terme: cittadini che contestano altri cittadini anche sull’aspetto di usare un bene comunale (la sala Napolitano), ma dall’interno di un altro bene comunale (Caffè letterario nel Chiostro di San Domenico).

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