Fino al termine dell’anno l’impianto rifiuti San Pietro Lametino sarà gestito dalla Daneco, poi due diversi bandi tra Regione ed Ato

Una prima gestione durerà fino al 2020, con costi dal prossimo anno coperti dalla Tari dei comuni serviti

Più informazioni su


    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Salito agli onori delle cronache locali prima per i blocchi negli ultimi 2 anni (con conseguente emergenza rifiuti per le strade lametine), poi per il fallimento della ditta che l’aveva in gestione (il cui contratto è scaduto a giugno), ed in ultimo per essere coinvolto dagli allagamenti delle scorse settimane che hanno colpito tutta l’area industriale “Benedetto XVI”, l’impianto rifiuti di San Pietro Lametino torna nelle attenzioni della Regione Calabria, che nel Burc pubblicato oggi concede la proroga alla Daneco fino al termine dell’anno (dal 23 giugno al 31 dicembre l’importo stanziato dalla Regione è di 3.300.000 euro), ma stila anche i propri passi da compiere fino al 2020.
    Se, dopo le varie proroghe (il piano rifiuti regionale risale al 2014), la gestione da parte dell’Ato (ambito territoriale ottimale che coincide con ognuna delle province calabresi) dovrà subentrare dal gennaio 2019, l’impianto ormai ex Daneco vivrà due momenti diversi: prima la Regione dovrà svolgere una procedura di gara di rilevanza comunitaria con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, volta ad individuare un affidatario temporaneo per il tempo strettamente necessario (stimato in 2 anni) per lo svolgimento, a cura della Comunità d’Ambito di Catanzaro e nei termini che la stessa riterrà opportuni, di un’altra gara a procedura aperta per l’individuazione dell’affidatario definitivo dell’intera dotazione impiantistica provinciale (ma sull’impianto di Alli il sindaco di Catanzaro, che è anche presidente dell’Ato, ha già lanciato strali contro la Regione).
    L’impianto di San Pietro Lametino è di interesse per altro anche sovracomunale, essendo operante con una linea di selezione dei rifiuti urbani indifferenziati (processo di trattamento meccanico-biologico) e con una di valorizzazione della frazione umida proveniente da raccolta differenziata. Così nel proprio atto di indizio di gara la Regione stima due diversi periodi temporali per la copertura dei costi gestionali:
    fino al termine del 2018 la competenza in materia di trattamento dei rifiuti urbani sarà della Regione, e la copertura finanziaria proverrà dalla riscossione della tariffa che i Comuni sono tenuti a versare nelle casse della regione Calabria (1.072.236,65 euro stimati);
    nei successivi 23 mesi (quindi 2019 e 2020) la competenza in materia di trattamento dei rifiuti urbani sarà dei Comuni dell’Ato di Catanzaro (che nel mentre dovrà stilare e pubblicare un altro bando per la gestione degli anni successivi di tutti i propri impianti di interesse), e la copertura finanziaria di questa seconda fase proverrà dalla riscossione della Tari da parte dei comuni (24.661.442,95 euro previsti).
    Il quadro economico dell’appalto complessivo sarà di 29.807.256,65 euro, di cui 25.733.679,60 come costi di gestione divisi tra Regione e Comuni dell’Ato nei due periodi temporali stilati, ed i rimanenti 5.096.188,63 divisi tra 1.054.659 per servizi e 4.041.529,63 per lavori, incarichi professionali e servizi amministrativi.

    Più informazioni su