Abusivismo edilizio, dopo i tragici eventi nazionali torna l’attenzione sui 600.000 euro previsti dalla terna commissariale per abbattimenti a Lamezia

Prevedendo al quinto dei 47 punti del proprio piano delle priorità proprio la demolizione di opere abusive sul territorio della piana, quantificando in 600.000 euro la somma necessaria allo scopo, di cui 100.000 mediante bilancio comunale e 500.000 a carico della legge di bilancio 2018.

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    Argomento tornato di attualità durante i mandati da sindaco di Gianni Speranza (con in campo anche il Genio Militare e le forze dell’ordine per gli abbattimenti dei manufatti), ma poi sparito dai radar durante la gestione di Paolo Mascaro, l’abusivismo edilizio torna in auge dopo i recenti tragici accadimenti dovuti al maltempo nelle cronache nazionali.
    Del tema, ad aprile, si era tornata ad interessare anche la terna commissariale alla guida dell’amministrazione comunale lametina, prevedendo al quinto dei 47 punti del proprio piano delle priorità proprio la demolizione di opere abusive sul territorio della piana, quantificando in 600.000 euro la somma necessaria allo scopo, di cui 100.000 mediante bilancio comunale e 500.000 a carico della legge di bilancio 2018.
    Di fatti nel testo pubblicato nella gazzetta ufficiale del 29 dicembre è previsto che «nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è istituito un fondo finalizzato all’erogazione di contributi ai comuni per l’integrazione delle risorse necessarie agli interventi di demolizione di opere abusive, con una dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti i criteri per l’utilizzazione e per la ripartizione del fondo». 
    Il testo però richiama esplicitamente all’efficienza ogni singola amministrazione, specificando che «i contributi sono erogati sulla base delle richieste adeguatamente corredate della documentazione amministrativa e contabile relativa alle demolizioni da eseguire ovvero delle risultanze delle attività di accertamento tecnico e di predisposizione degli atti finalizzati all’acquisizione dei manufatti abusivi al patrimonio, da parte dei comuni e delle regioni», rimarcando poi come ««è istituita presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la banca di dati nazionale sull’abusivismo edilizio, di cui si avvalgono le amministrazioni statali, regionali e comunali nonchè gli uffici giudiziari competenti. A tal fine e’ autorizzata la spesa di 500.000 euro a decorrere dall’anno 2019. Gli enti, le amministrazioni e gli organi a qualunque titolo competenti in materia di abusivismo edilizio sono tenuti a condividere e trasmettere le informazioni relative agli illeciti accertati e ai provvedimenti emessi. In caso di tardivo inserimento dei dati nella banca di dati nazionale si applica una sanzione pecuniaria fino a euro 1.000 a carico del dirigente o del funzionario inadempiente. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono definite le modalita’ di funzionamento, di accesso e di gestione della banca di dati».
    Ad oggi però, come per gran parte degli altri 46 punti del piano delle priorità, poco o nulla si sa di come la questione sia stata trattata, nè si hanno notizie di demolizioni.
    Lamezia è poi quella realtà in cui, paradossalmente, due degli enti interessati nel procedimento degli abbattimenti (Procura e Comune) risiedono entrambi in stabili che non risultano accatastati, con ieri l’affidamento da parte degli stessi uffici di via Perugini dell’incarico a tecnico esterno per mettere in regola il palazzo di Giustizia di Piazza della Repubblica.
    Gi.Ga. 

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