«Vogliamo sapere, ne abbiamo il diritto, se possiamo proseguire il nostro percorso professionale»

I tirocinanti negli uffici giudiziari calabresi a Roma rimasti senza udienza da parte dei parlamentari lametini

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    Si è svolta il 29 ottobre l’ennesima protesta dei tirocinanti negli uffici giudiziari calabresi, non più però in Calabria ma direttamente a Roma, contestando la mancanza di «supporto e la disponibilità dei nostri politici Calabresi/Lametini ed in particolare  di Furgiuele il quale l’11 maggio, in seno al convegno F.I.L.A.I. riguardante i tirocini, sotto lo slogan “lalegaalserviziodelterritorio” prese  impegni specifici dinanzi a tutti noi. Inutile dire che quanto accaduto nei giorni scorsi non è che un altro esempio della scarsa qualità della nostra classe politica». 
    A Furgiuele si contesta che, «avvisato della nostra presenza, eravamo da ore sotto la pioggia battente, non poteva incontrarci poichè impegnato ad adempiere i suoi doveri di parlamentare. Deludente l’atteggiamento di chi siede in parlamento grazie alla fiducia che in lui abbiamo riposto e che ci ripaga con un assordante silenzio. Gli unici a darci udienza Ferri ed un suo delegato del PD, Cannizzaro, D’Ettore e la Bartolozzi di Forza Italia. A ricevere una delegazione dei tirocinanti, il 31 ottobre, anche il capo gabinetto del vicepremier Di Maio. Ormai da troppo tempo insiste una condizione di incertezza incomprensibile per noi lavoratori che abbiamo prestato la nostra attività a supporto degli uffici giudiziari per 8 anni e che avremmo dovuto proseguire il percorso formativo interrotto il 3 ottobre per altri 12 mesi. Ma da allora, nonostante il rincorrersi di promesse e impegni assunti dai nostri rappresentanti politici, nulla è stato fatto. Siamo indignati, hanno deciso, per capricci di natura politica, in deroga a convenzioni vigenti, di ignorare le nostre legittime aspettative. Vogliamo sapere, ne abbiamo il diritto, se possiamo proseguire il nostro percorso professionale». 

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