Ite missa est, in requiem: via social si comunica che le stagioni teatrali lametine chiudono ufficialmente il sipario senza mai averlo aperto

Ad 8 anni dall'acquisto del Teatro Grandinetti da parte del Comune di Lamezia dal Tribunale, con stagioni di prosa, concerti, spettacoli e conferenze svolte sotto le amministrazioni Speranza e Mascaro, gli stessi uffici di via Perugini contestano la legittimità di tale atto

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    Una foto in scala di grigi con un messaggio chiaro “Ite missa est, in requiem”: via social si comunica che le stagioni teatrali lametine chiudono ufficialmente il sipario senza mai averlo aperto, con buona pace del progetto triennale finanziato dalla Regione. Lo certifica una comunicazione inviata dalla terna commissariale ai responsabili delle varie stagioni teatrali, che così si trovano senza palco dopo aver visto uno spiraglio di ottimismo il mese scorso.
    Ad 8 anni dall’acquisto del Teatro Grandinetti da parte del Comune di Lamezia dal Tribunale (entrambi stabili ancora non accatastati dall’ente comunale nell’ultimo censimento pubblicato valido fino al 2013, con l’incarico per il palazzo di giustizia assegnato qualche giorno fa), con stagioni di prosa, concerti, spettacoli e conferenze svolte sotto le amministrazioni Speranza e Mascaro, gli stessi uffici di via Perugini contestano la legittimità di tale atto sostenendo che il corridoio esterno da cui escono le uscite di sicurezza laterali della platea non risultino accatastate come certificate dal notaio nel 2010 (e già a giugno la questione era stata portata in Comune dal Prefetto e si era risolta con la conferma del diritto di servitù da parte della famiglia Grandinetti in occasione degli spettacoli), ma abbiano proprietari diversi, per cui bisogna rimettere d’accordo tutti, effettuare espropri, costi e procedure che hanno come prima ed unica conseguenza le porte chiuse allo spettacolo: senza possibilità di poter usare quel corridoio esterno non si può garantire l’agibilità legata anche agli aspetti antincendio (a loro volta legati alla presenza di personale qualificato tra chi presta i servizi del teatro).
    Come per gli impianti sportivi, anche per quelli culturali si è deciso prima di risolvere le falle burocratiche esistenti in ambito di agibilità (anche se nel corso del 2018 risolto un problema ne spuntava un altro, come il caso degli accatastamenti risolti ma poi passati in secondo piano trovando nuove pecche), poi solo in seguito proseguire con l’iter per la gestione delle strutture: in ambito sportivo il mese prossimo sarà passato un anno dall’apertura delle buste delle offerte per il bando scaduto ad ottobre 2017; per i teatri la terna commissariale ha deliberato le linee di indirizzo per un bando che prevedeva sia servizi tecnici che offerta culturale, ad oggi non tramutato in alcun bando.
    Contemporaneamente non esiste alcun bando per i lavori necessari al Teatro Umberto (finanziamenti impegnati nel bilancio 2018) né per quelli al Teatro Costabile (per il quale non esiste ad oggi impegno e quantificazione della spesa con atto ufficiale).
    Gi.Ga.

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