Alla manifestazione di dissenso verso il Comune assente la terna commissariale e quella dirigenziale, ma anche la città (FOTO E VIDEO)

Il corteo, scortato e vigilato da un'ingente numero di forze dell'ordine (in proporzione forse anche in numero superiore dei ragazzi), si è chiuso consegnando il documento con le sollecitazioni già reso noto ieri sera nelle mani del commissario Fusaro

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Sarebbe dovuta essere una grande manifestazione di massa per far sentire ancora più forte dal vivo il dissenso verso la non risoluzione dei problemi esistenti in città, ma come già successo in precedenza per una delle prime proteste legate al mondo dello sport a farsi trovare pronti nell’area di sosta degli autobus in via Colombo c’erano per lo più i ragazzi delle scuole (assenti giustificati gli studenti dell’istituto Tommaso Campanella per rispetto di una compagna, Alessia, colpita ieri da un grave problema di salute), ed i tesserati di alcune società sportive, nonostante alla vigilia i due comitati avessero garantito la sottoscrizione da parte di circa 70 sigle. L’attesa nell’area di via Colombo è servita almeno a raccogliere nuove firme per la petizione lanciata da presentare al Ministero chiedendo di non prolungare fino a dicembre 2019 il commissariamento dell’amministrazione comunale, i cui 18 mesi termineranno a giugno.
    Vuoi il maltempo (pioggia prima ed anche in parte durante il corteo), le polemiche precedenti per le due date iniziali diverse e quelle successive sulla paternità dell’iniziativa, alla fine tra impegni di lavoro e chi ha fatto una scelta diversa son stati ancora i ragazzi a dover alzare la voce, ma arrivati in via Perugini né la terna commissariale (in sede presente solo Fusaro dei 3 commissari), né quella dirigenziale (in contemporanea nella sala Napolitano c’erano le varie assemblee sindacali per criticare anche dall’interno la gestione commissariale, con più di un dipendente al momento dell’arrivo a scrutare dalle finestre se ci fosse qualche viso conosciuto a protestare) hanno ritenuto necessario quanto meno mettere la faccia e dare la propria versione dei fatti.
    Per motivi logistici il corteo non ha seguito il percorso inizialmente scelto, che sarebbe dovuto passare non solo davanti le scuole ma anche di fronte il tribunale, con location non scelte a caso: infatti Tribunale, scuole e Comune hanno medesimi problemi strutturali e burocratici di impianti sportivi e culturali, con i primi che però non possono essere chiusi (dovendo poi trovare necessariamente una soluzione alternativa per i servizi da prestare), mentre i secondi non vengono resi disponibili andando anche oltre l’assenza di un’ordinanza di chiusura contro cui poter fare ricorso. Da gennaio ad oggi plurimi i motivi, con alla risoluzione del precedente l’arrivo di un nuovo ostacolo: il nuovo blocco burocratico in via Perugini ora sarebbe l’assenza di certificati di idoneità statica per gli impianti sportivi, e non difficile pensare che medesimi problemi avranno anche palazzi storici, teatri, e quanto ancora non è aperto in città.
    Così il corteo, scortato e vigilato da un’ingente numero di forze dell’ordine (in proporzione forse anche in numero superiore dei ragazzi), si è chiuso consegnando il documento con le sollecitazioni già reso noto ieri sera nelle mani del commissario Fusaro. Un «ne prenderemo atto» a commento che non fa presagire moti di orgoglio o soluzioni tampone: lunedì scadono le ordinanze per le partite autorizzate, anche se a porte chiuse, nei 3 stadi cittadini, e dopo i campionati nazionali anche le stagioni di prosa “traslocano” a Catanzaro. Dopo i tifosi anche gli abbonati al teatro dovranno organizzare le trasferte in autobus (ma nel caso delle stagioni teatrali il servizio sarà previsto anche dagli organizzatori lametini degli spettacoli).

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