«Gli stessi uffici del Comune dicono nel 2017 che il Teatro Grandinetti è agibile, nel 2018 non lo è più» (VIDEO)

Secondo il deputato D'Ippolito il manufatto abusivo la cui demolizione è stata ordinata martedì sarebbe conosciuto dal Comune già dal 2010

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Un lungo incontro in Procura questa mattina per il deputato lametino dei 5 Stelle, Giuseppe D’Ippolito, che all’attenzione di Salvatore Curcio ha portato le anomalie sulla chiusura del Teatro Grandinetti, non entrando però nel merito di quanti e quali altri esposti contro l’attuale gestione amministrativa si trovino da inizio anno all’attenzione dello stesso Procuratore.
    Dopo le conferenze stampa delle associazioni culturali (che domani a Catanzaro presenteranno i calendari delle manifestazioni finanziate dalla Regione che si terranno così nel capoluogo non trovando palchi aperti a Lamezia) e di Ti.Gi dei giorni scorsi, il parlamentare grillino fornisce una terza realtà sulla vicenda Teatro Grandinetti: la presenza del gabbiotto abusivo sulla via di fuga era nota già a corredo dell’atto di acquisto della struttura da parte del Comune dal Tribunale avvenuta nel 2010, ma ad oggi nessuna amministrazione comunale ne aveva tenuto conto né alcuna commissione di vigilanza ne aveva contestato la presenza.
    «Attorno al Teatro Grandinetti girano fondi pubblici per un avviso del maggio dello scorso anno», ricorda D’Ippolito, «martedì si è tenuta una riunione in Prefettura in cui è emerso che i vincoli che ostacolano l’agibilità del Teatro non riguardano la famiglia Grandinetti, ma un manufatto abusivo di cui il Comune di Lamezia Terme non ha mai parlato ma di cui era a conoscenza dell’esistenza già dall’atto di acquisto del 2010. Nè l’amministrazione Speranza né quella Mascaro, ma neanche l’attuale commissariale, ha portato questa vicenda in Procura essendo un’opera abusiva con risvolti penali, ma l’ordinanza di demolizione arriva solo martedì con l’incontro in Prefettura. E’ un comportamento molto strano».
    Secondo aspetto è quello denunciato da Grandinetti in merito alla disponibilità del Teatro dichiarata dalle associazioni vincitrici dei bandi a maggio 2017, «aspetto che dal punto di vista giuridico non aveva nessuno, essendoci in corso una gara da parte del Comune per i servizi teatrali», sostiene D’Ippolito, ripercorrendo i vari passaggi con 3 concorrenti, di cui 2 (Ama Calabria e Pro Loco) esclusi perché non iscritti al Mepa, ed il terzo (Ti.Gi) prima escluso per problemi alla firma e poi riammesso dopo ricorso al Tar. «A settembre 2017 la giunta Mascaro riammette all’uso del Teatro Grandinetti con trattativa privata ed in modo gratuito una delle associazioni escluse», lamenta il parlamentare lametino, «scelta che tramite una lettera alle associazioni pubblicata da alcuni organismi di stampa il commissario Alecci dichiara di voler portare avanti, con esproprio delle zone contese per la via di fuga e nuova trattativa privata con le associazioni vincitrici dei bandi regionali. Le trattative private erano state censurate dalla commissione d’accesso, la terna commissariale vuole perseverare».
    Non citando il bando per i servizi e l’offerta di spettacoli deliberato dalla terna commissariale, contestato dalle associazioni e ad oggi mai pubblicato dal Comune vista la situazione di stallo del Teatro Grandinetti, D’Ippolito si concentra invece ancora sulla lettera inviata da Alecci poiché «indirizzata  anche al Prefetto di Catanzaro e all’assessore regionale competente al bando, recandosi a Catanzaro per perorare le cause di queste associazioni che correvano il rischio di perdere i finanziamenti. Ma son legittimi non essendoci la disponibilità fisica e giuridica del bene? La Regione Calabria dovrebbe fare le verifiche, gli stessi uffici del Comune dicono nel 2017 che il teatro è agibile, nel 2018 non lo è più», discorso che varrebbe però anche per gli impianti sportivi e gli altri stabili comunali chiusi.

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