Lezione di Diritto e Morale con Carlo Fontanazza al liceo scientifico

Partendo dall’Antigone di Sofocle fino ai nostri giorni, toccando le varie scuole di pensiero dal giusnaturalismo al giuspotivismo, citando San Tommaso e Ugo Grozio, fino ad Hegel

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    Diritto e Morale partendo dall’Antigone di Sofocle fino ai nostri giorni, toccando le varie scuole di pensiero dal giusnaturalismo al giuspotivismo, citando San Tommaso e Ugo Grozio, fino ad Hegel: di questo si è parlato al convegno organizzato dal Dipartimento di Filosofia del Liceo scientifico Galileo Galilei e che ha avuto come relatore d’eccezione il Magistrato Carlo Fontanazza. 
    L’incontro introdotto dalla docente Mara Perri che ha portato i saluti della Dirigente Teresa Goffredo, è proseguito con una breve relazione della docente di filosofia Rocca, che ha evidenziato come spesso parlare di “legge ingiusta” non è un ossimoro ma una constatazione di come morale e diritto possano a volte essere in conflitto, conflitto che non dovrebbe esserci se, come dice Hegel, Diritto e morale hanno una stessa matrice che è appunto la ragione umana. 
    Il magistrato ha allora spiegato che «la tragedia dell’Antigone ha diverse chiavi di lettura, i personaggi della tragedia ci offrono spunti per chiarire come la legge morale rappresentata da Antigone, e il diritto positivo, rappresentato da Creonte sono entrambe posizioni radicali che offrono una lettura solo parziale dei fatti e non veramente risolutiva, tanto è vero che sia Antigone che Creonte, nella tragedia, pagano per la loro scelta (Antigone con la morte, Creonte con le sciagure che si abbattono sulla sua famiglia). Ogni situazione dovrebbe avere sempre una terza possibilità, quella dell’incontro e del dialogo democratico. Mai le dittature del pensiero o delle posizioni hanno rappresentato una soluzione, tant’è vero che la repubblica platonica e lo Stato hegeliano non possono essere condivise se legittimano la tirannia». 
    La democrazia rimane per Fontanazza la forma migliore di governo ma, fa presente il giudice, «l’esercitazione della democrazia, deve essere fatta sempre in modo consapevole e mai in maniera acritica, citando Il “crucifige! e la democrazia” di Zagrebelsky, egli dice nel processo a Gesù il popolo sobillato che grida Crocifiggilo non è altro che il paradigma della massa manovrabile, che non agisce, ma reagisce, che non delibera in maniera critica, perché non è aperta alla comprensione sincera dei fatti. La democrazia si esercita veramente nella consapevolezza delle proprie scelte».
    L’incontro conclude con la lettura delle poesia di Nazim Hikmet “Il più bello dei mari è quello che non navigammo” che il magistrato sceglie per dare un augurio ai giovani uditori

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