Si marcia insieme, ma poi ognuno per sé alla fine i due comitati arrivati ieri in via Perugini

Polemiche che alla fine non fanno onore a chi è sceso in strada per protestare, e che paradossalmente rinfranca chi ha preferito astenersi non fidandosi dell'organizzazione

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    Si marcia insieme, ma poi ognuno per sé. Dopo le polemiche dei giorni precedenti, i due comitati cittadini riescono nel day after della manifestazione a non essere d’accordo sull’esito finale, e paradossalmente dare così ragione alla diffidenza di dirigenza e commissario Fusaro.
    Da un lato, solo oggi, il Comitato Basta Degrado precisa che come «co.organizzatore della manifestazione popolare non ha sottoscritto, per ovvi motivi, nessun documento unitario, chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Abbiamo firmato le autorizzazioni presso il Commissariato di Polizia per poter dare a tutti i lametini la possibilità di poter manifestare pacificamente ed in piena libertà. L’incontro con i commissari che governano la città (dei 3 era presente solo Fusaro, ma il comunicato parla sempre al plurale, nb), per consegnare il documento del comitato Basta Degrado, lo abbiamo concordato 10 giorni fà con i dirigenti della Polizia di Stato. Fortunatamente viviamo in paese libero e democratico, dove esiste la libertà di espressione e di pensiero».
    Ben diversa la lettura dell’altro comitato, lamentando che «il documento unico di rivendicazione ufficiale dello sciopero generale del 16 novembre è stato letto dagli studenti nel piazzale antistante gli uffici comunali, nel quale si è evidenziata l’inadeguatezza della risposta dello Stato allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, le troppe vertenze ancora aperte a Lamezia che creano serio allarmismo e forte preoccupazione in tutta la città e le legittime richieste del popolo lametino, ossia: meno vincoli burocratici, più elasticità amministrativa, maggiore attenzione al territorio da parte della commissione straordinaria e del governo nazionale, nonché nuove elezioni comunali alla scadenza del commissariamento». 
    Si precisa che non essendoci stata attenzione né da Fusaro (essendo Alecci non in sede) né della dirigenza comunale, «abbiamo preferito andar via, senza neanche chiedere un incontro e, sul posto, è stato stabilito che il documento ufficiale di rivendicazione sarà consegnato direttamente da una nostra delegazione al Prefetto di Catanzaro e al Ministro dell’Interno».
    Si ci dissocia così dal documento, consegnato a favore di macchina fotografica da Massimo Cristiano «nel quale, guarda caso, viene omesso ogni riferimento allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa e si chiede un’inattuabile rimozione dei dirigenti comunali anziché un potenziando del parco dirigenziale, cercando così di ottenere un minimo di visibilità politica».
    Polemiche che alla fine non fanno onore a chi è sceso in strada per protestare, e che paradossalmente rinfranca chi ha preferito astenersi non fidandosi dell’organizzazione. Nel mezzo lo stesso documento annunciato come unitario e diffuso il giorno prima della manifestazione aveva richieste note, altre meno probabili da attuale, qualcuna già in corso d’essere.
    g.g.

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