Piani del lavoro del Lametino e Reventino, molto sociale e pochi esempi di vera innovazione

Ad essere coinvolti, con progetti di 9 mesi di affiancamento in ambito marketing, comunicazione, progettazione, son infatti nel lametino molti soggetti del terzo settore e ben poche aziende

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    In tutto il caos commissariale lametino la Sala Napolitano apre le proprie porte per un evento di apertura e non di chiusura di qualcosa, come i piani per il lavoro regionali ed Agenda Urbana.
    Il presidente della terna commissariale, Francesco Alecci, reputa che «dopo un anno di gestione commissariale non ha senso guardare al passato, chiedersi se si è discusso del perché si è arrivati al terzo scioglimento, ma bisogna lavorare sul presente e sul futuro. E’ un bene che, pochi o tanti, ci siano eventi di questo tipo all’interno di questa sala, ed in tale ottica son importanti strumenti come il piano del lavoro del lametino e del Reventino, che dall’ottobre dello scorso anno per contrazione dei finanziamenti ha visto impiegati alla fine circa 20 giovani rispetto ai 40 iniziali».
    Tutti ringraziano i dipendenti coinvolti, la fase progettuale, anche se date le note vicende legate alla mancanza di personale in avvio lo stesso Alecci aveva ipotizzato che a redigere Agenda Urbana fosse una struttura del Comune di Catanzaro, valutazione poi rientrata appoggiandosi sui progetti già noti all’interno di via Perugini. 
    La dirigente Alessandra Belvedere ricorda l’iter seguito «denotato da professionalità e serietà, dovendo seguire norme ben precise dalle cui non si può prescindere», con il rappresentante della Regione a specificare come mentre nel resto della Calabria i piani del lavoro si sono concentrati su ambiti produttivi e turistici, a Lamezia si è puntato invece sull’ambito sociale. Ad essere coinvolti, con progetti di 9 mesi di affiancamento in ambito marketing, comunicazione, progettazione, son infatti nel lametino molti soggetti del terzo settore e ben poche aziende: associazione Futura, Cooperativa InRete, Comunità ProgettoSud, Cooperativa Malgrado Tutto, Ditta Vincenzo Adamo, Cooperativa TeatroP, Progetto Gedeone, Cooperativa Orso, Arci, Consorzio di tutela dell’olio Evo Lamezia Dop, Cooperative sociali Il Delta e Coislha, Cooperativa L’Arco, Cepros, Gal dei Due Mari, Unlaccep.
    Gli esempi di innovazione e promozione dei prodotti in ottica di nuova forza lavoro valgono così per altre zone della Calabria, mentre gli esempi del piano del lavoro lametino vanno in altra direzione, parlando di «sviluppo economico sostenibile, dell’ambiente, della cultura e dell’inclusione sociale». Lo stesso Giuseppe Campisi, funzionario del dipartimento lavoro, formazione, politiche sociali della Regione rimarca l’importanza dell’innovazione per le imprese seguita in altri piani.
    Giuseppe Critelli, responsabile scientifico dei piani del lavoro, ricorda come «in Calabria lavora un quarto della popolazione, che deve mantenere quindi tutti», per introdurre la “special guest”, Marco Musella, professore della Federico II chiamato a convincere l’auditorio sulla centralità dell’economia sociale, proposta dal piano lametino, ma trattandola in modo nazionale e generale (al netto delle attuali idee del Governo in carica che son di orientamento diverso in tema di accoglienza ed assistenza) e parlando di impresa e non di sussistenza ed assistenza da parte del pubblico.

    Di innovazione si vede barlume nel Progetto Gedeone che ha proposto una ricostruzione in realtà virtuale dell’Abbazia di Corazzo a Carlopoli  portando un sala la postazione con visore dedicato.

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