Victor Bussoletti in mostra con Samarcanda al museo diocesano fino a sabato

A Lamezia Bussoletti ha tenuto ben due mostre di grande rilievo all’inizio della sua carriera: negli anni ’60 e alla fine degli anni ’70. E’ presente ancora oggi a Lamezia una collezione privata di grande valore dell’artista.

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    Sarà visitabile fino a sabato, ogni giorno dalle 16 alle 19, la mostra su Victor Bussoletti organizzata dal centro culturale “Samarcanda”, diretto da Manuelita Iacopetta, al secondo piano del Museo diocesano lametino.
    «Un “cittadino del mondo”,  un artista che ha vissuto in diversi Paesi e culture, attingendo nelle sua produzione artistica alle correnti e alle influenze più diverse del secondo ‘900: dall’arte messicana e dell’America latina, a Picasso e al cubismo, fino alla Pop art, al graffitismo newyorkese all’espressionismo astratto americano», così il critico d’arte Silvio Gatto presenta Victor Bussoletti, mettendo subito in evidenza il legame dell’artista umbro con la nostra Regione e in particolare con la città di Lamezia.  La moglie di Bussoletti, Elena Pandolfo, è originaria di Lamezia.  A Lamezia Bussoletti ha tenuto ben due mostre di grande rilievo all’inizio della sua carriera: negli anni ’60 e alla fine degli anni ’70. E’ presente ancora oggi a Lamezia una collezione privata di grande valore dell’artista.
    Un percorso, quello di Bussoletti, che l’ha visto, tra gli altri riconoscimenti, annoverato tra i membri dell’Accademia tiberina come accademico associato e tra i promotori del movimento dei Graffiti nel periodo di nascita della Transavanguardia, partecipando negli anni settanta alla Biennale d’Arte di Venezia e alla Quadriennnale d’arte nazionale italiana a Roma nel 1977.
    Per la presidente del centro culturale “Samarcanda”, Manuelita Iacopetta, «come centro culturale  siamo particolarmente soddisfatti di aver dato un nostro contributo alla riscoperta di un artista poliedrico, che attinge alle diverse correnti artistiche del Novecento e che, per varie ragioni, ha avuto tanti punti di contatto proprio con la nostra città.  Grazie al Museo diocesano lametino per averci aperto le porte, un segnale che va nella direzione dell’apertura dei musei diocesani all’arte contemporanea, in linea con la sfida lanciata a tutti i musei diocesani  italiani dall’attuale presidente dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani Domenica Primerano e dall’ex presidente Monsignor Giancarlo Santi»

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