«Dopo un anno, tirando il bilancio delle varie emergenze e della stasi amministrativa, la terna commissariale avrebbe dovuto prendersi le proprie responsabilità, anche dimettendosi»

Rappresentanti degli ordini tecnici si riuniscono in Comune, ma il confronto che doveva essere con terna commissariale e dirigenziale rimane un soliloquio interno tra chi frequenta solitamente da utente gli uffici tecnici dall'altra parte del cortile rispetto alla Sala Napolitano.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Rappresentanti degli ordini tecnici si riuniscono in Comune, ma il confronto che doveva essere con terna commissariale e dirigenziale (giorno di ferie per la Belvedere, a sostituirla come vicesegretario l’Aiello) rimane un soliloquio interno tra chi frequenta solitamente da utente gli uffici tecnici dall’altra parte del cortile rispetto alla Sala Napolitano.
    Al tavolo insieme ad altri tecnici (Macrì per gli architetti, Talarico e Mastroianni per gli ingegneri)  l’ingegnere Pasquale Materazzo, con alle spalle già esperienza da amministratore, parla di una città allo sbando, con un economica ferma e problemi cristallizzati per immobilismo burocratico, contestando la mancata nomina di nuovi dirigenti tecnici da parte del Prefetto (senza però specificare che la terna commissariale non li ha mai richiesti quando poteva al momento del suo arrivo in Comune) e la presenza stabile di un segretario generale (ad oggi se ne son alternati 3, esclusi quelli a scavallo).
    «Dopo un anno, tirando il bilancio delle varie emergenze e della stasi amministrativa, la terna commissariale avrebbe dovuto prendersi le proprie responsabilità, anche dimettendosi» rimarca Materazzo, chiedendo anche nomine interne per i vari settori tecnici (anche se già il 26 novembre la terna aveva conferito la delega funzioni dirigenziali all’architetto Gianfranco Molinaro, in servizio presso il Settore Edilizia Privata).
    Si passa poi al tema caldo delle strutture chiuse per presunta inagibilità, lamentando come Comune e Tribunale non siano stati chiusi (anche perché sarebbe stata interruzione di pubblico servizio), mentre stadi, palazzetti e teatri hanno avuto le porte chiuse in varie fasi. 
    A riprova della propria tesi Materazzo porta l’accordo tra Stato e Regioni di inizio 2017 «che per le attività in essere guarda all’agibilità sostanziale e non cartacea, quindi verificare se esistano reali motivi di insicurezza e non un documento mancante. Serve capacità di adeguarsi ai tempi, nella logica sociale serve senso di responsabilità e non incoscienza».
    Si passa poi al tema urbanistico, in cui «il problema non è più creare nuove abitazioni ma utilizzare al meglio le risorse e l’impatto ambientale» valuta Matarazzo citando la legge regionale del 2010, lamentando però che «nel nostro Comune si è arrivati a figure apicali che chiedono chiarimenti agli istruttori. Di questa situazione la colpa è anche nostra che non portiamo all’opinione pubblica ognuna di queste brutture».
    L’ingegnere rimarca come «a Lamezia abbiamo 5470 fabbricati fantasma, ovvero non accatastati, con conseguenze sia per i professionisti che sarebbero coinvolti nella soluzione del problema che per i tributi non incassati dal Comune. In questo contesto si fanno le pulci sulle sciocchezze, non si affrontano i problemi né si assumono responsabilità». A questi numeri aggiunge «400 fabbricati abusivi da demolire per ordine della Procura, ma dopo i primi 4 abbattimenti tutto si è fermato», anche se in questo caso in campo entra il tema economico dei costi di demolizione e smaltimento, mentre secondo Materazzo «si perdono i tributi e l’indotto dei cittadini che abitano questi immobili. Nel mentre il Comune decide di bocciare tutte le richieste di condono pendenti dagli anni passati, senza dare un termine entro cui regolarizzare eventuali carenze documentali», toccando così anche lo spinoso tema del Piano Strutturale comunale: «lo stesso commissario non ci ha incontrato per capire se sia decaduto o meno il Psc, con scadute le norme di salvaguardia rientrare in vigore il vecchio piano regolatore e recepite le sollecitazioni regionali in tema di Imu. Si dovrebbe invece seguire la strategie di consumo zero non bloccando l’edilizia ma autorizzando il recupero dell’esistente, con il Psc che invece che sviluppo ha portato solo polemiche».
    Secondo il professionista, quindi, nei corridoi di via Perugini il problema sarebbe endemico, peggiorato però con la gestione commissariale e dirigenziale in atto ma anche dalle nuove proposte della Regione in ambito urbanistico.

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