Censite 26.000 imprese a Lamezia, di cui circa il 7% sono avviate da cittadini stranieri

Sono 15 le società per azioni attive, con in calo le imprese giovanili (ovvero avviate da under 35 anni) che si concentrano su commercio e ristorazione ma con minore dinamicità rispetto alle straniere.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Del futuro di Lamezia Terme, valutando le condizioni presenti, il movimento Liberi e Forti dal seminario vescovile cerca non solo di lanciare una chiamata alle armi quanto un messaggio positivo.
    Dopo un rapido intervento di introduzione di Pino Campisi, presidente regionale del movimento, si entra nel tema dell’incontro con Roberta Saladino che offre un quadro demografico lametino: aumenta la popolazione straniera, diminuisce quella italiana, ma il totale demografico è in aumento nell’intervallo preso in oggetto (7 anni) nella città della piana confermando il trend nazionale, così come quello degli emigrati (nel 2018 il saldo migratorio registra 10.000 lametini residenti all’estero). La popolazione è composta per il 12% da giovanissimi, il 20% è sopra i 65 anni, mentre gli stranieri a Lamezia sono in maggioranza in età attiva per lavorare.
    Proprio sul settore del lavoro la Saladino ricorda come ci siano 26.000 imprese censite a Lamezia, di cui circa il 7% sono avviate da cittadini stranieri. Molte le imprese individuali di nati in Svizzera, Francia, Germania, Argentina con emigrati e figli di ritorno a Lamezia per via della crisi economica globale che si sono concentrati per lo più nei settori di servizi e ristorazione, oltre che produzione manufatteria.
    Sono 15 le società per azioni attive, con in calo le imprese giovanili (ovvero avviate da under 35 anni) che si concentrano su commercio e ristorazione ma con minore dinamicità rispetto alle straniere.
    L’aspetto di vivacità demografica cittadina però deve tenere conto di un contesto nazionale non favorevole, come testimonia l’indice di autonomia per i giovani over 24: nel 2004 trascorrevano 10 anni prima di poter essere economicamente autonomi, nel 2018 ne servono almeno 16, nel 2020 le previsioni di Luciano Monti son di 17 anni.
    A portare la testimonianza di “buona pratica” l’imprenditore Mario Romano, che da Tropea lavora anche con la Zecca di Stato nel settore grafico, rievocando la propria storia personale ma invitando l’uditorio (in minoranza però sotto l’età pensionabile) ad affidarsi non al pessimismo quanto all’innovazione per gareggiare nel mercato globale.
    Antonio Palmieri parla di «una serie di linee, idee ed argomenti alla base di un cantiere di lavoro che come movimento offriamo alla città di Lamezia Terme», ponendo l’accento «sulla crisi morale, economica, sociale che mai era stata tale in 50 anni di vita, davanti alla quale assistiamo ad un silenzio e mancanza di soluzioni offerte».
    Non si nasconde l’influenza del terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose, ma si invoca anche una reazione opposta che non sia silenzio, chiamando così all’impegno il fronte cattolico.

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