«Il Comune non potrà reggere, siamo al collasso perché in questa situazione non si potrà a breve neanche garantire i servizi minimi essenziali» (VIDEO)

Mancata risposta della Prefettura alla richiesta avanzata 3 mesi fa dalla terna commissariale di avere dirigenti al posto dei sovrafunzionari richiesti a dicembre 2017

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Tre son sulla carta i componenti della terna commissariale (la triade in formazione completa si trova meno che part time però), 3 son i dirigenti in servizio, 3 sarebbe in teoria anche il numero di sovrafunzionari mandati dalla Prefettura (su 5 richiesti a dicembre dello scorso anno, e presenti in via Perugini solo poche ore a settimana non avendo dato un grosso apporto nei problemi vigenti), 280 circa i dipendenti in servizio al Comune una cui rappresentanza oggi ha protestato contro la gestione commissariale consegnando ad Alecci e Fusaro i 3 panettoni che secondo il deputato dei 5 Stelle, D’Ippolito, la terna non avrebbe mangiato per Natale. Ad oggi anche le dichiarazioni dell’altro parlamentare lametino, Furgiuele della Lega, in merito a soluzioni in arrivo sugli impianti sportivi son risultate non veritiere, ed il futuro potrebbe non essere più ottimistico dati i vincoli di bilancio esistenti anche in capo ad assunzioni, conti da far quadrare (solo giovedì si è approvata una  delibera che riconosceva 518.748,19 euro di singolo debito fuori bilancio per un decesso avvenuto in un incidente stradale nel 2005 su via Martiri di Nassiriya), situazioni che emergono di giorno in giorno senza trovare soluzioni rapide. 
    Paradossalmente dallo scioglimento ad oggi non risulta revocato nessun atto amministrativo per aver favorito la criminalità organizzata, ma alcuni degli affidamenti contestati da un’altra triade (quella della commissione di accesso insediatasi a giugno 2017 al Comune per poi concludere il proprio mandato prima della proroga ottenuta per altri 3 mesi) sono stati confermati o prorogati dall’attuale (quella commissariale).
    Disservizi, malumori, disagi che secondo i sindacati lametini stanno dando un’immagine distorta all’opinione pubblica degli uffici comunali, tacciati di essere “burocrazia malevole”, e negli striscioni e nelle dichiarazioni non compare alcun mea culpa (anche se difficile pensare che quanto si contesta ai vertici non abbia concause anche dalla base) quanto una lettura di diritti negati ed azioni non avvenute.
    Si ricorda come prima del rapido sciopero odierno (un primo momento di contestazione c’era già stato a giugno) che ha rallentato qualche servizio comunale (ed ha visto in cortile solo una rappresentanza dei dipendenti) si erano tenute altre assemblee, e la vertenza sindacale fosse arrivata anche davanti al Prefetto ma senza ottenere soluzioni.
    Al salario accessorio non liquidato per anni precedenti (fermo restando la legittimità delle somme impegnate senza avere pubblicati obiettivi e piani),  penuria di dirigenti (che sarà oggetto di un’altra vertenza), macrostruttura non approvata, piano delle perfomance e di obiettivi non pervenuti, già noti da giugno, ora si aggiungono altre posizioni, come: l’alternarsi di 5 segretari comunali nell’arco del 2018 (di cui 2 assenti per malattia); il piano esecutivo di gestione 2018/2020 affidato ad una società di Catanzaro per 23.668 euro e non gestito all’interno del Comune; la mancata risposta della Prefettura alla richiesta avanzata 3 mesi fa dalla terna commissariale di avere dirigenti al posto dei sovrafunzionari richiesti a dicembre 2017 (ma i bilanci approvati in ritardo nel 2018 son un cattivo biglietto da visita per tali proposte).
    Per i sindacati i dipendenti son così tra l’incudine ed il martello, vittime di una non funzionante organizzazione verticistica senza tecnici come dirigenti. Ma anche dopo il periodo commissariale la situazione sarà poco incoraggiante. Per il segretario Uil, Ruberto, il prossimo sindaco (che il commissariamento termini a giugno o dicembre) «troverà delle macerie. Abbiamo un calo di dipendenti, 60 o 70 persone andate in pensione negli ultimi 2 anni, siamo circa 270 dipendenti quando per tabella ministeriale dovrebbe esserci un dipendente circa ogni 1000 abitanti, quindi la pianta organica dovrebbe contare almeno il triplo del personale. Il Comune non potrà reggere, siamo al collasso perché in questa situazione non si potrà a breve neanche garantire i servizi minimi essenziali». Altro problema riguarda il corpo della polizia locale, con 130 dipendenti secondo pianta organica che sono soli 46 in realtà, di cui 20 sono impossibilitato al lavoro esterno.
    Il tutto sempre con i vincoli del piano di riequilibrio da rispettare, la situazione economica della Lamezia Multiservizi che incide anche sui bilanci del Comune, le altre partecipate da monitorare (nessuna traccia di relazioni obbligatorie per legge dei vari rappresentanti nominati dalla terna commissariale), ed il piano delle priorità rimasto per gran parte da aprile lettera morta.

     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    Dipendenti comunali in protesta in via Perugini #lamezia #lameziaterme #igerslameziaterme #sosstrutture

    Un post condiviso da Lameziainforma (@lameziainforma) in data: Dic 19, 2018 at 11:37 PST

     

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