Dal Progetto Sara alle altre incompiute lametine finanziate, il punto dell’Associazione Graziella Riga

Il cronopogramma aggiornato di via Savutano prevede la fine della fase progettuale al 21 marzo 2019, quella della gara d'appalto al 30 dicembre 2019, con completamento d'opera e relativi contratti entro il 7 novembre 2022

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Una delle incompiute delle amministrazioni Speranza e Mascaro, la riqualificazione degli alloggi popolari di via Savutano (il Progetto Sara), viene discussa nel Chiostro da parte dell’associazione Graziella Riga. Nessun componente della terna commissariale però è presente (con lettera di scuse da parte del presidente Alecci impegnato altrove), nonostante a a marzo dello scorso anno la stessa abbia approvato la rimodulazione dell’intervento che ospiterebbe dai 500 ai 1.360 abitanti in 150 appartamenti. Il cronopogramma aggiornato all’ultimo atto prevede la fine della fase progettuale al 21 marzo 2019, quella della gara d’appalto al 30 dicembre 2019, con completamento d’opera e relativi contratti entro il 7 novembre 2022, ovvero ad oltre 8 anni dalla prima rimodulazione.
    Ultimo atto è la possibilità che il tutto venga “commissariato” dalla Provincia di Catanzaro tramite la propria stazione unica appaltante sfruttando la possibilità offerta dalla legge bilancio 2019, non avendo il Comune attualmente capacità per poter rispettare i tempi e vincoli tecnici, aspetto che l’ex assessore della giunta Speranza, Rosario Piccioni, guarda con sospetto «perché il commissariamento comporterebbe una retribuzione all’interno del finanziamento».
    L’ex consigliere comunale di Lamezia Insieme ricorda come il finanziamento da 30 milioni di euro nasca nel 2013 con vari passaggi negli anni successivi (2014 problema patto stabilità, 2016 studio fattibilità, 2017 revoca piano, 2018 nuovo progetto), sostenendo che «perdere tale somma sarebbe una iattura, e non rispettare il termine di marzo sarebbe una prima scadenza a rischio».
    Alla Provincia viene chiesto da parte di Piccioni di «aprire le palestre degli istituti di propria competenza per andare incontro alle esigenze dello sport lametino» e di «dare indicazioni, fermo restando la competenza con la Regione, sul futuro dello stadio Carlei». Altro allarme è quello dei pensionamenti al Comune «che dal 1 giugno avrà 35 dipendenti in meno per via dei pensionamenti», constatando che si andranno a peggiorare «le attuali discrasie, con uffici e fronte commissariale che non riescono a comunicare».
    L’ex dirigente Salvatore Orlando (uno degli esterni che dal 2014 ha lasciato via Perugini per rispettare gli impegni in ottica dissesto) ricorda il piano strategico approvato nel 2009, un documento da cui sarebbe dovuta nascere una nuova idea di sviluppo per Lamezia Terme che per larghi tratti è rimasta sulla carta, citando anche i borsisti previsti all’interno dell’Urban Center. Il racconto di Orlando si riferisce a quando gli uffici comunali avevano dirigenti e tecnici in numero superiore rispetto all’attuale, elogiando così la fase progettuale ed i finanziamenti ottenuti che oggi devono però essere rivisti.
    Tra le incompiute o completate senza essere affidate Piccioni torna poi, citando il centro multiculturale di via De Filippis, l’arena e alloggi di via Garibaldi, il secondo piano completato proprio sopra il museo archeologico, i lavori per i lidi non avviati, gli scavi ed i beni culturali chiusi al pubblico, il nuovo palazetto in via del Progresso, etc.
    Tutti ambiti che tra Agenda Urbana e piani triennali delle opere pubbliche anche la terna commissariale ha messo nero su bianco, ma che son rimasti solo nell’ambito teorico con così perse varie occasioni.

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