Giornata mondiale del malato, pomeriggio di preghiera, poesia e musica a Villa Rachele

Su iniziativa della presidente della struttura Ippolita Luzzo, l’associazione culturale “Samarcanda” guidata da Manuelita Iacopetta e “Animula” diretta da Claudio Fittante hanno regalato ai degenti di Villa Rachele un momento di serenità e divertimento

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    La fede, la musica e la poesia nel pomeriggio organizzato alla casa di cura “Villa Rachele” di Maida, alla vigilia della giornata mondiale del malato, che ricorre come ogni anno l’11 febbraio, anniversario dell’apparizione della Vergine Maria a Lourdes.
    Su iniziativa della presidente della struttura Ippolita Luzzo, l’associazione culturale “Samarcanda” guidata da Manuelita Iacopetta e “Animula” diretta da Claudio Fittante hanno regalato ai degenti di Villa Rachele un momento di serenità e divertimento, unito alla riflessione su una giornata che richiama tutti, non solo i credenti, alla realtà della sofferenza e della fragilità umana, al bisogno di “farsi prossimo”,  alla speranza che nasce dai gesti concreti di amore e prossimità.
    E proprio sull’amore, a cominciare dall’Amore di Dio che è vicino all’uomo in ogni istante della sua vita, si è soffermato Bruno Macrì, guardiano del convento di Sant’Antonio di Padova, che ha presieduto la Santa Messa sottolineando come «anche nella sofferenza e nella malattia possiamo sperimentare l’Amore di Dio. La fede è anzitutto questo: credere all’Amore, rimanere nell’Amore. Ed è da questo che rinasce e può rinascere, anche nella prova, la Speranza».
    Le poesie della poetessa Pina Majone Mauro, tratte dalle sue 90 canzoni d’amore alla Calabria, hanno rappresentato il filo conduttore del pomeriggio. A declamare i versi della poetessa lametina, la presidente Ippolita Luzzo  mentre  Michela Cimmino, partendo dal rapporto primordiale con l’acqua e il grembo materno di alcune poesie della Majone fino alla figura di Maria per il Cristianesimo, ha messo in evidenza quella dimensione della cura materna per l’altro, alla base del rapporto con chi vive la sofferenza e che deve essere alla base di tutti i rapporti umani.
    A ritmo di zampogna, fisarmonica e tamburello  i musicisti dell’associazione Animula, Claudio Fittante, Giuseppe Gallo e il giovanissimo Andrea Reto, rievocando i suoni della tradizione musicale, hanno dato vita ad un’energica performance musicale con il coinvolgimento attivo dei degenti e dei loro familiari.

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