Passato certo, futuro incerto per la Fieragricola ferma da 2 anni

Quasi tutti concordi nel celebrare il requiem dell'Ente Fiera per come conosciuto 

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Ei fu Ente Fiera, ei fu Fieragricola. Come lo scorso anno, anche nel 2019 nessun allestimento della mostra mercato che tradizionalmente si teneva nella zona di Sambiase, con il 2017 a fermare a 46 il numero di edizioni andate in scena, anche se con il passare degli anni sempre con più malumori e rese in calo mancando un polo fieristico stabile ed una macchina organizzativa attiva durante tutto l’anno. 
    Al 2016, poi, l’Ente Fiera risulta secondo la sezione amministrazione trasparente del Comune di Lamezia Terme una società partecipata al 100% dall’amministrazione della città della piana, ma nel prospetto pubblicato gli ultimi bilanci noti son quelli in perdita del 2014 (-54.002 euro) e 2015 (-17.203), con nessuna notizia né atto sui conti successivi scomparendo infine direttamente dall’elenco delle controllate. Nessuna notizia anche sui rappresentanti nominati dalla terna commissariale, con le relazioni semestrali obbligatorie per legge diventate ignote durante l’attuale periodo di commissariamento degli organi di indirizzo politico. Aspetto non secondario anche in ottica Fieragricola, essendo di competenza di Lameziaeuropa il progetto AgriExpo, che prevede anche un polo fieristico da istituire all’interno dell’area industriale.
    Se la politica lametina di questi silenzi non si è molto occupata, limitandosi a recitare il refrain del volere una nuova competitiva Fieragricola ma senza badare alle basi della richiesta, di tutto questo sarebbero dovuti essere chiamati a discutere i vari relatori nell’incontro nella palestra (chiusa alle attività sportive, come le altre lametine, anche dopo gli interventi al tetto per fermare le infiltrazioni d’acqua la cui presenza è ben testimoniata da una parete divenuta verde dal bianco originale) dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e per Odontotecnici di Lamezia Terme in via Savutano.
    Antonio Caligiuri, dirigente scolastico dell’I.I.S “L. Costanzo” di Decollatura da cui dipende anche il plesso lametino, inquadra la scelta di organizzare la discussione «nell’ambito dell’offerta scolastica, perché guardiamo sia alla tradizione che alle innovazioni, ed in tale ottica vogliamo stimolare anche le capacità imprenditoriali degli studenti», annunciando come prossimi «i corsi per pilotare i droni, che all’inizio saranno più basilari per poi passare a quelli professionali».
    Per Caligiuri «bisogna riaprire un tavolo di discussione, ma che possa andare anche al di là dei confini lametini, per far ripartire la fiera nella sua connotazione», auspicio avanzato anche da Bianca Laura Granato, senatrice della Repubblica del Movimento 5 Stelle.
    Saverio Tropea si dilunga in un recap storico della Fiera Agricola, mentre su un possibile futuro si concentra invece Viviana Longo, presidente dell’associazione “Fieramente Sud”, reputando «insostenibile andare avanti con l’Ente Fiera, la cui posizione debitoria non era più affrontabile per qualunque presidente, ma neanche con la precedente impostazione che inevitabilmente deve confrontarsi con nuove tecnologie e modelli di business globali». Si propone quindi di «proseguire con partnership e non con un solo ente, creare reti territoriali, generando nuove competenze ed imprese, concentrandosi solo sul settore agritech con workshop formativi/espositivi con massimo 500 visitatori giornalieri ed un costo annuo fino a 15.000 euro», ma se si critica la precedente impostazione come orientata più ai numeri dei visitatori/espositori e tornaconto elettorale, la stessa Longo rimarca come la sede di svolgimento dell’evento per come rivisto continua a dividere anche all’interno della singola associazione (Palazzo Botticelli, parco Costabile, parco provinciale di Savutano alcune delle proposte fotografate per rimanere nei confini territoriali della location dell’incontro).
    Alberto Statti, presidente di “Confagricoltura Calabria”, da imprenditore e rappresentante di organismo di categoria appoggia la proposta di mutare l’ottica dell’evento «perché tutto il settore fieristico, anche appuntamenti più blasonati, è in crisi, ed è peggiore la situazione a Lamezia Terme dove si è smesso di programmare. L’Ente Fiera non aveva interlocuzione con noi del settore, negli anni si è andati non avanti ma in alcuni casi indietro», illustrando poi le politiche messe in campo dalla Regione con i fondi europei «fermo restando che tutto è perfettibile ancora, perché bisogna investire i fondi per avere ritorno, e non spendere soltanto». 

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