Dopo la sentenza del Tar del Lazio cambieranno i protagonisti ma non lo scenario dei problemi in atto al Comune

Calendario alla mano, e calcolatrice sul tavolo, tra mondo istituzionale e quello politico con le senteze giudiziarie a poter ancora mischiare le carte

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Superata la fase delle prime reazioni per la sentenza del Tar del Lazio che ha revocato lo scioglimento del consiglio comunale, cambieranno i protagonisti ma non lo scenario dei problemi in atto al Comune.
    Registrato il primo risultato giudiziario (non scontato, visto che i casi di scioglimenti revocati dal Tar son sotto la doppia cifra percentuale a livello nazionale), rimane sempre viva la possibilità del ricorso in Consiglio di Stato che deve essere promosso nel termine di 60 giorni dalla notifica della sentenza o di 6 mesi dalla pubblicazione della stessa (i termini sono dimezzati in caso di ordinanza sulla domanda cautelare, nel rito abbreviato e nel rito appalti). L’eventuale terzo giudizio probabilmente arriverà così oltre la scadenza dei 18 mesi di commissariamento fissata al 24 maggio 2019,  mentre la fine naturale del mandato del sindaco Mascaro era a maggio 2020, ed anche il limite temporale del 4 aprile per chiedere l’eventuale proroga ora non è più al centro delle attenzioni.
    NUOVO PRECEDENTE CORSO: DOVE ERAVAMO RIMASTI?
    Prima quindi di avere l’ultima sentenza, il consiglio comunale avrà tempo per insediarsi nuovamente (le notifiche dovrebbero completarsi nei primi giorni della settimana), con però già una prima scadenza da dover rispettare: entro il 31 marzo bisognerà approvare il bilancio di previsione, e si tornerà alla “procedura standard” con delibera di giunta, parere dei revisori dei conti, commissione e dibattito in aula, un iter previsto più lungo rispetto a quello che la terna commissariale poteva seguire (riuscendo in ogni caso ad approvare nel 2018 sia il bilancio di previsione che quello consuntivo fuori tempo massimo) al cui interno dovranno essere compresi anche fabbisogno del personale (la trentina di dipendenti in pensione da agosto con quota 100 non erano preventivati negli anni passati) con assunzioni da far passare dall’approvazione della commissione ministeriale, piano delle opere pubbliche, piano economico di gestione. Ci sarebbero anche le partecipate, le cui relazioni durante il periodo commissariale non sono state rese note né allegate ai bilanci, con il peso della Multiservizi sui conti del Comune tutt’altro che secondario.
    MASCARO VA ALL IN: CONCRETEZZA IMMEDIATA O DIMISSIONI
    Nelle interviste dopo la pubblicazione della sentenza del Tar del Lazio il primo cittadino è stato ben chiaro: dopo 15 mesi di commissariamento meglio tornare alle urne subito in caso di “mal di pancia” politici o tattici, invece che cercare mediazioni o tatticismi. Mascaro ipotizza quindi proprie dimissioni (che avrebbero comunque validità solo dopo 20 giorni, potendo in quel lasso di tempo essere ritirate) solo nell’eventualità di andare incontro ad un rinnovamento degli organi eletti già a maggio, e non per cercare di evitare un ricorso al Consiglio di Stato.
    Tra vicende private, giudiziarie (anche il sindaco, sia per decisioni relative all’incarico di primo cittadino che per attività precedenti, dovrà tornare a confrontarsi in aula con il giudizio dei magistrati da imputato e non da legale) e politiche il consiglio comunale che tornerà in aula potrà avere volti ed equilibri diversi rispetto alle ultime sedute cessate a novembre 2017.
    Interlocutori ed interessi diversi ci saranno anche per la questione delle strutture sportive e teatrali chiuse, così come altri beni comunali ad oggi non più utilizzati, e le relative gestioni, ma anche gli eventi pubblici come fiere e manifestazioni su suolo pubblico che dalla circolare Gabrielli in poi hanno destato preoccupazioni differenti data la rigidità interpretativa della terna commissariale. Infatti sebbene mutino i rappresentanti degli organi di indirizzo politico (quelli di tipo amministrativo fanno riferimento sempre ai soli 3 dirigenti), le norme da rispettare rimangono le medesime.
    DOPO 15 MESI ALTRO GIRO, ALTRA CORSA IN VIA PERUGINI
    Al netto dei vari commenti arrivati in questi giorni, gli ambienti politici cittadini al momento non sembravano già pronti a scendere in campo per un rinnovo del consiglio comunale. Il 2019 sarà infatti la prima tornata elettorale in cui mancheranno, per motivi diversi, 2 big del passato come Galati nel centrodestra e la Lo Moro nel centrosinistra con cui doversi confrontare. In parlamento siedono entrambi con i partiti al Governo ancora 2 lametini, ma se il segretario regionale della Lega, Domenico Furgiuele, dovrà anche valutare le alleanze all’interno del centrodestra a raggio più ampio, diversa sarà la posizione di Giuseppe D’Ippolito: i 5 Stelle “ballano da soli” per stilema nazionale e sperano di confermare il buon risultato elettorale delle politiche di marzo 2018 e non quello deludente delle amministrative 2015. Già nei mesi scorsi dal punto di incontro dell’isola pedonale si erano aperte le “nomination” per eventuali candidature da vagliare, rispettando sempre i principi pentastellati.
    In mezzo la situazione è tutto fuorché chiara: gli altri 2 grandi partiti nazionali, Forza Italia e Partito Democratico, vivono una nuova fase di riorganizzazione interna che dipenderà anche da cosa succederà a livello nazionale e regionale per dare una linea poi al fronte lametino. Le altre forze di centrodestra e centrosinistra nel tempo hanno perso forza e rappresentatività, e non pochi sono così approdati o divenuti fautori di forze civiche tra movimenti, coordinamenti, associazioni o altre forme di soggetti politici con cui mantenere un orientamento politico di base ma senza rimanere legati a sigle o simboli delle precedenti esperienze politiche.
    CALENDARIO ALLA MANO, CALCOLATRICE SUL TAVOLO
    Per far partire “le grandi manovre” servono però date certe, e l’eventuale provvedimento di proroga della durata dello scioglimento sarebbe potuto essere adottato non oltre il 50° giorno antecedente alla data di scadenza della durata dello scioglimento stesso, che sarebbe stato quindi il 4 aprile. Il ricorso vinto al Tar ha però scombussolato il calendario: i 18 mesi, partendo dal decreto del 24 novembre, scadevano infatti il 24 maggio, mentre l’eventuale proroga di ulteriori 6 mesi sarebbe caduta il 24 novembre, con elezioni possibili anche prima della fine dell’anno (lo stesso Tuel specifica che «nel caso in cui la scadenza della durata dello scioglimento cada nel secondo semestre dell’anno, le elezioni si svolgono in un turno straordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre»). 
    Tra dimissioni (se quelle del primo cittadino diventano esecutive dopo 20 giorni, immediatamente lo sarebbero quelle di 13 consiglieri), ricorso o eventuali sospensive i calcoli però hanno fattori diversi rispetto alla settimana scorsa.
    A maggio son già previste le elezioni europee, a novembre scade il mandato del consiglio regionale, accorpando le tornate preferite la campagna elettorale sarà solo da dover organizzare tenendo conto che la data per le elezioni dovrà essere ufficializzata almeno 55 giorni prima dal Viminale alle Prefetture interessate.
    I passaggi successivi son: la pubblicazione, a cura del sindaco, del manifesto di convocazione dei comizi elettorali (45° giorno antecedente quello della votazione); tra il 30° ed il 29° presentazione delle candidature alla carica di sindaco e delle liste di candidati alla carica di consigliere comunale, con tutta la documentazione, alla segreteria del Comune; gli scrutatori sono nominati fra il 25º e il 20º giorno antecedente la data delle votazioni.

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