Approvazione unanime ma pareri discordanti sull’annessione del Giovanni Paolo II alla neo azienda sanitaria di Catanzaro

I consiglieri Bova e Scalzo forniscono pareri opposti, ed anche fuori dal consiglio regionale ci son favorevoli e contrari

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    Se il consiglio regionale ha approvato all’unanimità la fusione tra il “Pugliese-Ciaccio” e la “Mater Domini”, includendo nella nuova azienda ospedaliera “Mater Domini-Pugliese-Ciaccio” anche l’ospedale di Lamezia Terme, quest’ultimo aspetto continua ad avere dei distinguo anche tra gli stessi consiglieri comunali.
    Da un lato Arturo Bova dichiara che «ho fatto un passo indietro su una mia proposta e ancora oggi ho qualche perplessità su alcuni aspetti della legge, come la parte dell’inserimento dell’ospedale di Lamezia Terme, che rischiano di non passare il vaglio istituzionale, ma oggi per l’area centrale della Calabria si scrive una pagina significativa», mentre per Antonio Scalzo, che è stato il promotore dell’inserimento del “Giovanni Paolo II” all’interno del pacchetto Catanzaro, si tratta di «una grande realtà amministrativo-sanitaria che mette in rete la ‘Mater Domini’, cioè il più grande polo universitario del Mezzogiorno, il ‘Pugliese’ con le sue specificità, il ‘Ciaccio’ dedicato all’assistenza oncologica e il ‘Giovanni Paolo II’ di Lamezia Terme. Quest’ultimo ospedale, oltre alle specialistiche ormai storiche, può e deve ambire ad assumere un ruolo specifico soprattutto per la sua collocazione nel baricentro geografico della Calabria. In tal senso, Lamezia a mio avviso deve diventare sede del Centro Traumatologico Ortopedico regionale, sia in considerazione della sua vicinanza con l’aeroporto, che per la presenza delle Officine Meccaniche Ortopediche che rappresentano un’eccellenza della nostra sanità. Il voto di oggi in Consiglio regionale – prosegue Scalzo – è il frutto di una scelta politica che abbiamo sostenuto per lungo tempo e che, ne sono certo, garantirà ai cittadini servizi di qualità, con una distribuzione più razionale dell’offerta sanitaria e un più efficiente utilizzo delle risorse. Naturalmente il nostro impegno non si esaurisce qui e richiede ancora ulteriori sforzi per consegnare ai cittadini di Lamezia, di Catanzaro e di tutta l’area vasta una sanità che guardi al futuro».
    Fuori dal consiglio comunale rimane scettica la posizione di entrambi i parlamentari lametini, con il Movimento 5 Stelle che ha già promesso di ostacolare quanto oggi approvato tramite il Ministro della Sanità, ed anche i comitati civici si dividono tra chi aveva sostenuto tale proposta e chi ne è stato critico. In ambito sanitario da verificare anche quanto influirà la proposta sull’Asp di Catanzaro, da cui dipenderà ancora la sanità territoriale (con annunciati nuovi servizi o in fase di riorganizzazione come in avvio a breve sfruttando anche i locali recuperati sul colle di Sant’Antonio) ma che avrà in gestione due soli ospedali (Soveria Mannelli e Soverato) ed attende l’esito della valutazioni della commissione d’accesso insediatasi dopo le inchieste giudiziarie tra ambulanze e servizio di onoranze funebri.
    g.g.

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