«Sono felice di poter confrontarmi con l’amministrazione comunale, avendo avute poche occasioni di farlo con la commissione straordinaria. Anche nelle occasioni di riunioni dei soci non ho mai visto il commissario Alecci»

Tra bar dell'aeroporto e nuova aerostazione primi confronti tra consiglieri comunali e rappresentante in Sacal

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    Si parla di Sacal all’interno della commissione consiliare, partendo dalla gestione del bar all’interno dell’aeroporto. Giovanni Lacaria, nominato dalla terna commissariale a febbraio 2018 all’interno del cda della società che gestisce gli scali calabresi come rappresentante del Comune, non nasconde come anche lui stesso abbia ricevuto lo stesso trattamento di istituzionale distacco da parte di chi ha guidato la città della piana da novembre 2017 al mese scorso: «sono felice di poter confrontarmi con l’amministrazione comunale, avendo avute poche occasioni di farlo con la commissione straordinaria. Anche nelle occasioni di riunioni dei soci non ho mai visto il commissario Alecci». In questo contesto improbabile che esista una relazione semestrale all’attenzione dell’amministrazione comunale, nonostante gli obblighi di legge.
    Documenti alla mano, invece, viene illustrato da Lacaria il quadro in cui opera la subconcessione contestata che ha lasciato fuori alcuni dei lavoratori precedentemente impegnati (alcuni con alle spalle molti anni di lavoro nello scalo), anche se il margine di manovra del Comune in un ambito di contratti tra privati (con coinvolta anche una società di somministrazione di lavoro) non sarebbe molto. Si è concordi quindi di dare una sorta di indirizzo politico sotto forma di sollecitazione nel tenere in considerazione i lavori rimasti fuori dall’attuale accordo quando, con il completamento dei lavori dei locali attualmente in restyling, servirà nuova forza lavoro.
    Rinviato a prossima seduta il discorso della nuova aerostazione, tema per altro già contestato nella seduta del cda del 7 marzo, dove il rappresentante del Comune si è opposto all’ipotesi avanzata di disimpegnare il finanziamento pubblico già ottenuto (ma non sufficiente a coprire tutti i costi, che graverebbero così sulle spalle della società per azioni) non essendo già pronta un’altra linea di intervento finanziario su cui contare. Anche in questo caso non improbabile che la vicenda tornerà nuovamente ad essere affrontata nella Sala Napolitano, ma questa volta in sede di consiglio comunale.
    g.g.

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