«Basta accanimenti su Lamezia, efficace la proposta del procuratore Gratteri sugli scioglimenti»

Il Presidente del Consiglio Comunale di Lamezia Terme, Salvatore De Biase, analizza un possibile nuovo ricorso

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    Il Presidente del Consiglio Comunale di Lamezia Terme, Salvatore De Biase, ricorda come in merito agli scioglimenti dei consigli comunali «il dibattito è aperto da diverso tempo, ma ancora non si è riusciti ad intervenire sul piano normativo come il Procuratore della Repubblica di Catanzaro aveva auspicato nella proposta di legge presentata nel 2014. La normativa esistente, secondo il Procuratore di Catanzaro, andrebbe rivista, innanzitutto, perché la stessa avrebbe il solo scopo di congelare la gestione della cosa pubblica per un determinato periodo di tempo, senza cambiare di molto lo stato reale delle cose nei Comuni colpiti dal provvedimento di scioglimento. In secondo luogo, la legge esistente non consente di stabilire democraticamente, ed in maniera condivisa, se un Comune deve essere effettivamente sciolto per infiltrazioni mafiose. Quella del procuratore Nicola Gratteri è, infatti, una proposta rimasta colpevolmente inascoltata ma particolarmente efficace, in quanto mentre da una parte tende ad ampliare il periodo di incandidabilità degli amministratori risultati collusi, dall’altra mira ad essere più incisiva e maggiormente democratica della normativa esistente, concedendo agli amministratori che rischiano di essere cacciati via di esporre le proprie ragioni prima di arrivare allo scioglimento». 
    De Biase in tale senso cita il caso Lamezia Terme, con il ricorso al Tar del Lazio che ha ribaltato lo scioglimento del consiglio comunale: «chi restituirà ai cittadini di Lamezia 15 mesi privi di un’amministrazione eletta democraticamente dal popolo? Ecco che quanto auspicato da Gratteri, che mi auguro venga presto recepito da chi è chiamato a legiferare, avrebbe potuto evitare tale stato di cose. Gratteri parla anche di una scuola di formazione per i commissari prefettizi, intuizione che reputo quantomai opportuna alla luce dell’esperienza vissuta di recente sempre dal Comune di Lamezia Terme che, per molti mesi, ha vissuto una vera e propria vacatio amministrativa a causa di una evidente inesperienza di coloro i quali erano stati chiamati a governare il territorio». 
    Dalle parole del sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, si percepisce, però, che sulla città pesa la “spada di Damocle” del consiglio di Stato. «Quanto ancora Lamezia dovrà subire? Perché questo accanimento che continua a perpetrarsi, senza alcuna distinzione, sia prima che dopo le sentenze della magistratura? A chi è inviso lo sviluppo di una città di 71 mila abitanti che potrebbe fare da traino allo sviluppo dell’intera Regione?», si interroga il presidente del consiglio comunale, anche se la posizione di Sibilla era di condanna già per il solo fatto di avere una commissione d’accesso in Comune (ed attualmente anche all’Asp di Catanzaro), citando l’unica modifica all’art.143 del Tuel inserita nel decreto sicurezza la quale prevede che ««qualora dalla relazione del prefetto emergano, riguardo ad uno o più settori amministrativi, situazioni sintomatiche di condotte illecite gravi e reiterate, tali da determinare un’alterazione delle procedure e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità delle amministrazioni comunali o provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, il prefetto, sulla base delle risultanze dell’accesso, al fine di far cessare le situazioni riscontrate e di ricondurre alla normalità l’attività amministrativa dell’ente, individua, fatti salvi i profili di rilevanza penale, i prioritari interventi di risanamento indicando gli atti da assumere, con la fissazione di un termine per l’adozione degli stessi, e fornisce ogni utile supporto tecnico-amministrativo a mezzo dei propri uffici. Decorso inutilmente il termine fissato, il prefetto assegna all’ente un ulteriore termine, non superiore a 20 giorni, per la loro adozione, scaduto il quale si sostituisce, mediante commissario ad acta, all’amministrazione inadempiente. Ai relativi oneri gli enti locali provvedono con le risorse disponibili a legislazione vigente sui propri bilanci». Al netto di altri sovrafunzionari, o commissari, non eccessive modifiche a quanto già esistente.
    g.g. 
                      

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