«Agire dei ricorrenti, da una prima lettura dei fatti, non sembra aver tenuto nella debita considerazione quanto recato in calce al precedente provvedimento giudiziario»

Dopo che anche il Ministero dell'Interno ha fatto ricorso per far tornare il commissariamento a Lamezia Terme, il deputato lametino, e segretario regionale della Lega, Domenico Furgiuele, sbotta

Più informazioni su


    Dopo che anche il Ministero dell’Interno ha fatto ricorso per far tornare il commissariamento a Lamezia Terme, il deputato lametino, e segretario regionale della Lega, Domenico Furgiuele, sbotta: «il cortocircuito istituzionale e, al tempo stesso  giudiziario, che la vicenda comunale sta determinando è certamente uno schiaffo alla città, ma essa rappresenta anche una perdita di credibilità dello Stato, alle cui istituzioni, siano esse legislative, governative o giudiziarie non dovrebbe essere consentito di agire trascurando il fondamentale valore del buon senso. Il nuovo umiliante commissariamento del comune di Lamezia Terme mi lascia attonito e amareggiato, vuoi per la rapidità con cui è stata chiesta e ottenuta la sospensiva di una sentenza ampiamente riabilitativa della compagine di governo quale è quella  emessa dal Tar del Lazio circa un mese fa, vuoi per un agire dei ricorrenti che, da una prima lettura dei fatti, non sembra aver tenuto nella debita considerazione quanto recato in calce al precedente provvedimento giudiziario».
    Secondo il leghista «c’è la mancanza di buon senso e di misura,di una città importante che ha diritto ad essere governata dalla politica e non da una burocrazia fredda, talora sorda alle esigenze di sviluppo e di rinascita. Su questo sarà mio compito esigere chiarezza nelle forme e nei modi  previsti  dall’ufficio che rivesto. Così come esigerò, anche perché ho da tempo impegnato le strutture ministeriali competenti, risposte statali alla domanda di rafforzare una macchina comunale bisognosa di impulso e anche di bonifica ai danni di chi crede di poterla tenere ostaggio della politica della paralisi o peggio dell’orticello». 
    Furgiuele rimarca così di voler mettere «all’attenzione dell’agenda politica del mio partito la necessità di mettere mano già entro la primavera ad una legge, quella sugli scioglimenti comunali, che è pericolosa per le comunità locali, ma soprattutto per la credibilità dello stato, la quale  dalla vicenda lametina rischia di uscire a pezzi». Se non fosse che nel tanto pubblicizzato decreto sicurezza targato Matteo Salvini un passaggio, minimo, è dedicato proprio all’articolo 143 del Tuel, includendo un comma “7 bis”: «nell’ipotesi di cui al comma 7, qualora dalla relazione del prefetto emergano, in relazione ad uno o più settori amministrativi, situazioni anomale o comunque sintomatiche di condotte illecite o di eventi criminali tali da determinare un’alterazione delle procedure e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, con decreto del Ministro dell’interno, su proposta del Prefetto, è nominato, per ciascun settore, un commissario quale organo straordinario di amministrazione da individuarsi fra funzionari dotati di qualificata e comprovata professionalità ed esperienza amministrativa, finanziaria e tecnica in servizio presso gli uffici centrali o periferici del Ministero dell’interno o di altre Amministrazioni dello Stato, in quest’ultimo caso di concerto con il Ministro competente. L’organo straordinario di amministrazione ha potere di accesso a tutti gli atti dell’ente locale, ne utilizza il personale ed i mezzi operativi, esercita funzioni di sovraordinazione e di coordinamento del settore interessato ed emana direttive al fine di adottare ogni atto utile a far cessare le anomalie o illegalità riscontrate e a ricondurre alla normalità l’attività amministrativa dell’ente, provvedendo in via sostitutiva all’adozione degli atti in caso di inerzia degli uffici. L’organo straordinario di amministrazione resta in carica per un periodo di dodici mesi prorogabili fino ad un massimo di diciotto mesi. I conseguenti oneri sono posti a carico del bilancio del Ministero dell’interno». 
    Cambiamenti non drastici rispetto alla possibilità, non usata dalla terna lametina, di avere personale sovrafunzionario in ambito dirigenziale, e difficilmente il Comune potrà presentarsi con le carte in regola alla commissione ministeriale per chiedere assunzioni in deroga al piano di riequilibrio.
    g.g.

    Più informazioni su