A Samarcanda Francesco Polopoli lancia il progetto di un dizionario dei cognomi del territorio lametino

Un progetto, per Polopoli, «che mancava per il nostro territorio e che può dare un importante contributo alla nostra ricerca di identità».

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    «Partire dai cognomi per arrivare a conoscere la nostra identificazione personale e quindi la nostra identità sociale, come comunità» è il percorso suggerito da Francesco Polopoli che nei giorni scorsi, su iniziativa del centro culturale “Samarcanda” diretto da Manuelita Iacopetta e Michela Cimmino, ha tenuto presso la sede del centro culturale lametino un seminario di cittadinanza linguistica per investigare sull’origine di alcuni cognomi del nostro territorio e anticipare le prime tappe di un progetto promosso dallo stesso docente, da sempre appassionato di lingue antiche e membro del centro internazionale di studi gioachimiti.
    Nasce sfogliando le pagine dell’elenco telefonico della nonna, la passione intellettuale dello studioso lametino per i cognomi. Ma proprio ricordando quelle pagine, Polopoli ha chiarito che «i cognomi non sono solo numeri o segni linguistici: per questo, attraverso gli strumenti filologici, possiamo cercare di ricostruirne il senso e cogliere il significato più intimo dell’identificazione personale. Ogni cognome ha una sua storia che rimanda a radici antiche. E quindi ogni storia individuale, incastonata con quella degli altri, diventa una storia collettiva. Per questo studiare e ricercare l’origine dei cognomi ha un impatto culturale e sociale per la comunità», ha spiegato Francesco Polopoli che al pubblico di Samarcanda ha anticipato il nuovo progetto appena iniziato che culminerà in un Dizionario dei cognomi del territorio lametino, su ciascuno dei quali sarà portata avanti una ricerca storica e filologica per illustrarne significato e origine. Un progetto, per Polopoli, «che mancava per il nostro territorio e che può dare un importante contributo alla nostra ricerca di identità».
    Ricerca dell’identità su cui si è soffermata anche la docente Michela Cimmino per la quale «in una fase storica come quella attuale, in una realtà globalizzata in cui tanti idiomi si stanno perdendo, i cognomi ci ricordano quello che stiamo e sono uno strumento per recuperare un’identità. Del resto, come raccontato nell’episodio della Torre di Babele, da sempre negli uomini è viva l’esigenza di darsi un nome e, attraverso un nome, una identità». Sottolinea la consolidata collaborazione tra il centro culturale e lo studioso Polopoli, la presidente Manuelita Iacopetta che ha annunciato che il percorso di approfondimento sulla cittadinanza linguistica promosso da Samarcanda proseguirà nei prossimi mesi perché «è forte l’esigenza per la nostra città di riscoprire le proprie radici, anche a partire dalla lingua, per affrontare le sfide e i problemi del presente».

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