«Il tavolo di verifica congiunta si rifiuta di esaminare i dati forniti dalla Regione Calabria sui conti della sanità»

La giunta regionale contesta i calcoli fatti che hanno portato al blocco del turn over e aumento delle tasse

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    Mentre domani il consiglio dei Ministri si riunirà a Reggio Calabria, probabilmente rendendo pubblico il decreto ad hoc per la sanità calabrese già annunciato in precedenza, ieri l’ufficio stampa della giunta regionale aggiungeva un nuovo tassello al rapporto complicato tra Regione e Governo contestando che «il tavolo di verifica congiunta si rifiuta di esaminare i dati forniti dalla Regione Calabria. E’ urgente una nuova convocazione per l’aggiornamento della riunione del Tavolo di verifica congiunta e, di conseguenza, la rideterminazione del risultato economico del IV^ trimestre 2018. Dalla relazione integrativa del Dipartimento regionale della Salute per approfondimenti e chiarimenti sulle risultanze contabili, emerge di fatto un risultato in equilibrio economico. Al Tavolo di verifica tenutosi il 4 aprile, dove sono stati esaminati, in particolare, i conti sanitari del quarto trimestre 2018, la Regione si presentava con un risultato economico in disavanzo, eccedente le coperture fiscali, di circa 28 milioni di euro, ma con ulteriori elementi correttivi, tali da consentire ai Ministeri affiancanti di riconoscere alla Regione maggiori ricavi da una parte e minori costi dall’altra e, quindi, di contenere la perdita dell’esercizio 2018 entro le coperture quantificate in 98,7 milioni di euro». 
    In particolare si sottolinea che «i dati riguardanti gli addebiti inappropriati di mobilità passiva extraregionale ammontano a 36 milioni di euro per il 2017 ed a 30 milioni di euro per il 2016, anno che è stato considerato per la determinazione del fondo sanitario netto del 2018. Inoltre, con DGR n. 81 del 2019 è stata stabilita la possibilità, per le Aziende del nostro SSR, di poter ricondurre le risorse residue della prima fase del Programma di investimenti ex art. 20 della legge 67/1988, pari a 19,7 milioni di euro, ai costi già sostenuti dalle Aziende sanitarie ed ospedaliere negli anni 2017 e 2018 per adeguamenti strutturali e manutenzione straordinaria che, contabilmente, avevano determinato rettifiche negative sui bilanci aziendali, peggiorando i risultati economici di quegli anni. In sintesi, considerando una minore mobilità passiva ed azzerando le rettifiche contabili determinate dagli investimenti, la Regione avrebbe indubbiamente superato la verifica registrando l’equilibrio economico. In verità, l’ufficialità di tali evidenze sarebbe dovuta scaturire da un approfondimento con i Ministeri affiancanti se solo avessero accettato di aggiornare la riunione alla settimana successiva, come concesso ad altre regioni. Invece, sorprendentemente, il MEF non solo non ha riconosciuto alcune risultanze contabili (9,2 mln. per insussistenza attiva fondi GSA, 8 mln. per insussistenza attiva fondi rischi di un’azienda sanitaria, 4,7 mln. per insussistenza attiva di un’altra azienda sanitaria e 10,6 mln. per insussistenza attiva di debiti di un’ulteriore azienda sanitaria ) pari complessivamente a 32,5 milioni, ma ha calcolato un disavanzo peggiore di quello comunicato dalla Regione, determinando una perdita di 61 milioni di euro oltre le coperture fiscali ed annunciando il verificarsi delle condizioni per l’applicazione automatica delle extra aliquote fiscali, addizionale regionale Irpef e Irap, che aumenteranno rispettivamente dello 0,30 e dello 0,15 per cento, nonchè il blocco totale del turnover fino al 31 dicembre 2020 e, infine, il divieto di prevedere spese non obbligatorie sul bilancio regionale». 
    Invece la Regione rimarca come «il disavanzo calcolato dal Tavolo Adduce, pari a 160 mln., viene ripianato, innanzitutto, con le coperture fiscali sull’esercizio 2018, pari a 98,7 mln; con i 32,5 mln sopra specificati; con la copertura di 8,7 mln. dei maggiori costi riguardanti la quota sociale delle prestazioni socio-sanitarie; con i 19,7 mln. ex DGR 81/2019 e con la riduzione di un accantonamento per il payback farmaceutico ( erroneamente imposto dal MEF ) di 1,4 milioni di euro».

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