«Vincerà un progetto, non un uomo, che sia una sentenza o tramite elezioni»

Incontro nella sede di Patto Sociale con Paolo Mascaro nel momento in cui l'ormai ex sindaco ha visto confermata la propria sospensione al pari di giunta e consiglio comunale, non nascondendo la non approvazione di temi e tempi seguiti, ma ribadendo la fiducia nella giustizia e magistratura

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Incontro nella sede di Patto Sociale con Paolo Mascaro nel momento in cui l’ormai ex sindaco ha visto confermata la propria sospensione al pari di giunta e consiglio comunale, non nascondendo la non approvazione di temi e tempi seguiti, ma ribadendo la fiducia nella giustizia e magistratura che precederà ogni eventuale ragionamento politico su eventuali nuove ricandidature per novembre (oltre alla sentenza del Consiglio di Stato sullo scioglimento, ci sarà anche il giudizio di secondo grado sull’incandidabilità proposta per il primo cittadino uscente assolto in primo grado dal Tribunale di Lamezia Terme). Coerente e costante è invece il giudizio negativo per l’operato della terna commissariale, con anche delibere di giunta lasciate in eredità nel breve ritorno in via Perugini che attualmente son ferme in un limbo sconosciuto per gli esiti.
    Giancarlo Nicotera lo reputa ancora il sindaco di Lamezia Terme, riconoscendo anche le eventuali divergenze o differenti visioni sul piano politico che però non hanno mai minato il rapporto tra le parti lungo «un percorso che abbiamo intrapreso insieme e di cui siamo ancora pienamente convinti. Lo eravamo quando il partito con cui eravamo entrati era al 40%, lo siamo adesso con le stesse idee ma numeri minori».
    Nicotera torna a non condividere il taglio di spesa per il servizio di quotidiani cartacei consultabili in biblioteca, citando il risparmio irrisorio come «dannoso per la cultura più che vantaggioso per le casse del Comune» e ricordando come il ritorno dopo la sentenza del Tar del Lazio «sia stato coerente con la volontà di lavorare per il bene della città, una caratteristica che son sicuro ci accomuni a Paolo Mascaro e non magari al 98% di parlamentari e rappresentanti istituzionali regionali. Per questo ribadiamo di essere al fianco di Mascaro ora, a settembre, novembre o aprile del prossimo anno». 
    Pino Zoffrea si dice «preoccupato dal clima di rassegnazione lametina, non accetterò che arrivino ulteriori provvedimenti che vanno a penalizzare Lamezia Terme solo per questioni pregiudiziali», mentre Mario Tassone continua a manifestare perplessità e critiche verso la normativa degli scioglimenti dei consigli comunali, precisando che «mi ha dato fastidio da cittadino che subito dopo la sospensiva i commissari siano tornati al proprio posto senza essere chiamati a rispondere sui 15 mesi di propria gestione, ottenendo una proroga e bloccando nuovamente l’attività amministrativa. Su questo aspetto anche la classe parlamentare calabrese non ha avuto voce».
    Giancarlo Muraca del Nuovo Cdu sottolinea l’atteggiamento di «vicinanza, anche con le critiche sempre costruttive, avuto verso l’amministrazione comunale mentre lo stesso non possiamo dire dei parlamentari o altri politici lametini che invece che difendere la città minacciano un quarto scioglimento del consiglio comunale. A questo punto dal 19 settembre dobbiamo affidarci solo a San Gennaro».
    Enrico Costantino si sofferma invece sul Psc che era tornato all’ordine del giorno con la ricostituzione della commissione in cui era stato nominato presidente, ora nuovamente passato nel dimenticatoio come nei 15 mesi di commissariamento precedente, ribadendo che «ancora oggi non abbiamo un atto della nostra amministrazione revocato, quindi prima di aprire nuovi discorsi servirà che qualcuno fornisca chiarezza su quanto deciso sulla pelle di Lamezia».
    Rivendica «un’azione fatta con i sentimenti verso la città» Simone Cicco, che con le deleghe alla cultura e allo sport nel mese di ritorno nella figura di assessore aveva trovato più di una gatta da pelare, «perché se nessun atto nostro è stato revocato vorrà dire che erano tutti legittimi, se quanto impostato durante il nostro ritorno si è arenato qualcuno dovrà dare delle spiegazioni. Il nostro impegno è quello di continuare su quanto seminato».
    Mascaro precisa che «non ho intenzione più di commentare atti che, data la facilità di diffusione, si commentano da soli essendo pieni di frasi fatte e senza riferimenti specifici. Il 19 settembre discuteremo di questo al Consiglio di Stato, ma oggi il vero problema è come arriverà la città alle prossime elezioni. Lamezia giorno dopo giorno sta venendo massacrata: dopo le strutture culturali e sportive non aperte, ora si invoca il risparmio chiudendo il servizio di consultazione dei quotidiani cartacei, mentre invece non si prosegue la nostra opera meritoria di rientro dai veri sprechi». 
    Invoca «cambiamento di un sistema che necessita di cambiare» il legale lametino, «la buona battaglia deve essere ergersi a simbolo nazionale, non dobbiamo seguire la strada dei comunicanti, coloro i quali esistono in quanto inviano comunicati, ma quella di un patto sociale che accomuni anche storie ed ideologie diverse per ristabilire la verità ed il bene comune».
    Mascaro alla platea sottolinea che «chi vorrà dedicarsi a questo territorio dovrà pregiudicare la propria attività istituzionale e familiare, ma senza andare dietro a chiacchiere, perché c’è ancora da difendere il Tribunale e l’ospedale che sono sotto assedio e dopo la nostra sospensiva non rientra più nei discorsi di questa città, per citare ultime uscite pubbliche del sindaco Mascaro. Ci sono poi i fondi persi, la zona Zes, le altre battaglie ed emergenze di cui nessuno si interessa come farebbe un sindaco. La commissione deve avere il coraggio di amministrare questa città, prendere decisioni nel bene di Lamezia Terme».
    Attendendo le motivazioni della proroga a novembre della terna commissariale, il sindaco uscente rimarca come «l’opera di risanamento a Lamezia è sconosciuta alla città, ma qualcosa dovranno indicare nei prossimi giorni per motivare tale scelta. Il rispetto dello Stato è manifestare queste macroscopiche ingiustizie ma rimanendo sempre nell’ambito della legalità». 
    Prossimo appuntamento il 19 settembre in Consiglio di Stato, «per una battaglia che non difende noi ma l’onorabilità di questa città che non merita manovre losche di potere» sentenzia Mascaro, distinguendo: «vincerà un progetto, non un uomo, che sia una sentenza o tramite elezioni». Il che già oggi sarebbe un buono slogan elettorale, ma precisando che «mai più 9 liste» quanto «diffondere a più persone possibili la voglia di rimanere e lavorare per la città».

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