L’opera di Rossini nella rappresentazione teatrale all’istituto comprensivo Borrello-Fiorentino

Fra le Scuole in rete che hanno promosso l’iniziativa figurano l’istituto comprensivo Borrello; l’ istituto comprensivo Manzoni-Augruso; il Liceo Scientifico Statale Galileo Galilei e l'Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e Ristorativi Einaudi di Lamezia Terme

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    In occasione del centocinquantenario dalla morte di Gioacchino Rossini, diverse sono state le iniziative di carattere culturale per promuovere e diffondere in Italia e nel mondo il patrimonio del grande compositore pesarese, alla luce del 2018 “anno rossiniano”. Molto importanti anche le iniziative che hanno coinvolto le Scuole e, in particolare, per quanto riguarda gli Istituti di Lamezia Terme, il progetto scolastico “Organizziamo la Follia”, facente parte del Piano Operativo Nazionale (PON) “Fondi Strutturali Europei –Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020, giunto ora alla chiusura dei lavori con la presentazione dei prodotti finali.  
    Fra le Scuole in rete che hanno promosso l’iniziativa figurano l’istituto comprensivo Borrello; l’ istituto comprensivo Manzoni-Augruso; il Liceo Scientifico Statale Galileo Galilei e l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e Ristorativi Einaudi di Lamezia Terme, che hanno collaborato con l’Istituto capofila Spirito Santo di Cosenza, in un percorso didattico incentrato sulla “Cenerentola”, per una rilettura e una riproposizione del capolavoro rossiniano,  giungendo in questi giorni alla messa in scena finale dei lavori degli studenti. Per quanto riguarda il modulo del primo ciclo, la rappresentazione scenica si è tenuta nei locali dell’istituto comprensivo Borrello-Fiorentino di via Matarazzo, con la partecipazione delle classi III e IV Primaria anche del plesso Borrello e della Manzoni-Augruso, che hanno offerto un saggio della Cenerentola, con particolare riferimento alle tecniche artistiche e ai linguaggi scenici che convergono nel genere operistico, come in un grande contenitore.
    In quella che il coordinatore Luca Mazzei ha definito una lezione aperta, ha spiegato la genesi del progetto e i suoi presupposti, all’insegna soprattutto della trasversalità dei linguaggi, dei saperi e delle arti, favorendo naturalmente anche un approccio trasversale e interdisciplinare, con importanti ricadute in campo pedagogico e didattico. 
    L’attività, che ha riunito diversi percorsi laboratoriali (testualità, canto, musica, recitazione, coreutica, Pedagogia Teatrale…) con diversi gruppi di bambini/ragazzi, ha avuto secondo Mazzei «finalità estetiche e divulgative, come: avvicinare le nuove generazioni alla cultura operistica, far comprendere le radici culturali italiane della tradizione lirica, tanto da essere conosciuti nel mondo  come “Paese del bel canto”; ma ha anche messo in luce la capacità propria del genere operistico di convogliare e far cooperare insieme i diversi linguaggi (testo, musica, teatro, coreutica, dramma, ambientazione scenica, ecc.), alla luce di una reductio ad unum imprescindibile sia nei processi creativi, percettivi ed estetici, sia altresì in quel percorso unitario di crescita che va sotto il nome di educazione. Infatti, proprio attraverso l’Opera, è stato possibile realizzare un lavoro trasversale alle diverse discipline artistiche, attraverso la messa in relazione e il coordinamento dei diversi stimoli percettivi, emotivi, cognitivi coinvolti, ponendo così l’attenzione fondamentale sul processo del “come” (relazione) piuttosto che su quello del “cosa” (esecuzione)».

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