I leghisti lametini propongono alla terna di chiedere di aderire al Decreto Salva Roma ma per il Comune della piana

Si contesta l'operato della terna, ma ancora oggi non c'è alcun moto di protesta verso il segretario dello stesso partito, che non incidentalmente è quel Matteo Salvini che da Ministro dell'Interno ha firmato la proroga fino a novembre

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    Sebbene questa mattina gli uffici siano stati regolarmente aperti, né è stato mutato il punto di partenza del cero che il Comune dona annualmente a Sant’Antonio, la Lega tramite Angelo Greco (resp. Prov. Lega-giovani), Antonio D’Alessi (militante Lega Lamezia) e Francesco Materazzo (Lega Lamezia) si accoda alle voci sull’eventuale chiusura del municipio di Nicastro:  «ci dispiace e ci addolora constatare che la città di Lamezia o quel poco che ne resta stia man mano collassando sotto la scure delle transenne rosso/bianche. Chiuso! Inagibile! Apprendiamo giorno dopo giorno comunicato stampa su comunicato che Lamezia sta chiudendo i battenti! Non possiamo accettare che venga chiusa la vecchia casa comunale e non possiamo accettare che le istituzioni si allontanino, per ragioni tecniche, dalla comunità ed ogni edificio pubblico finisca per essere chiuso».
    Se ancora oggi non c’è alcun moto di protesta verso il segretario dello stesso partito, che non incidentalmente è quel Matteo Salvini che da Ministro dell’Interno ha firmato la proroga fino a novembre dell’operato della terna commissariale, i leghisti lametini ricordano come «abbiamo subito la chiusura di palestre, palazzetto dello sport, stadi e per finire in grande stile anche lo spostamento di alcune sezioni elettorali, Vetere, Bucolia ed altre spostandoli lontano dai residenti con evidenti disagi per la popolazione elettorale. Non possiamo permetterci la chiusura di questo “prezioso” presidio istituzionale sarebbe una sconfitta per la democrazia e verrebbe meno il diritto fondamentale che ogni cittadino dovrebbe avere che è quello di vedersi garantito la vicinanza delle istituzioni sia in termini geografici che di accesso ai servizi soprattutto per quelle persone che andrebbero maggiormente tutelate».
    Anche in questo caso, come nei comunicati dei due ex consiglieri comunali Gianturco e Cristiano, non c’è ancora alcun atto ufficiale, né i dipendenti hanno avuto indicazioni (se non aver avanzato le preoccupazioni di carenza di organico non colmabili dati i pensionamenti in essere), ma si chiede invece alla terna commissariale «di prendere come estrema ratio questa decisione e di valutare l’applicabilità del Decreto Crescita presentato in commissione bilancio alla Camera. Il Decreto crescita contiene il cosiddetto “salva Roma” una proposta per passare allo stato parte del debito del comune e la possibilità di rinegoziazione dei mutui verso le banche, liberando così risorse finanziarie, previsto per i comuni in dissesto e pre-dissesto nel quale si trova anche Lamezia». Un ambito che non è di competenza comunale, però, con un bilancio triennale già approvato (sebbene il 15 maggio e non entro il 30 marzo come norma vorrebbe).
    g.g.

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