«Si rischia di approvare un documento urbanistico ‘senza padri’, slegato da qualsiasi legame con il tessuto vivo della comunità lametina»

Se ancora non c'è alcun atto ufficiale approvato, ed il piano strutturale comunale sarebbe da mesi dovuto essere commissariato non essendo stato approvato nei tempi richiesti, anche il Movimento Lamezia bene comune si accoda alle lamentele del deputato 5 Stelle D'Ippolito

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    Se ancora non c’è alcun atto ufficiale pubblicato, ed il piano strutturale comunale sarebbe da mesi dovuto essere commissariato non essendo stato approvato nei tempi richiesti, anche il Movimento Lamezia bene comune si accoda alle lamentele del deputato 5 Stelle D’Ippolito imputando alla commissione straordinaria la non legittimità nell’approvare quanto ereditato dall’amministrazione guidata dal sindaco Paolo Mascaro.
    Lo stesso movimento contesta che «è doveroso da parte della terna un atto di chiarezza verso i cittadini: su una questione così delicata per il futuro della città, non si può procedere per rumors o per sentito dire», fornendo però una lunga disamina proprio su “ipotesi non confermate” contestando l’iter ed i cambiamenti che l’amministrazione Mascaro ha effettuato sul testo ricevuto in eredità dalla precedente guidata dal sindaco Gianni Speranza (in entrambe le versioni amministrative con non pochi mal di pancia politici interni).
    Il nodo del dibattere non sono però gli aspetti temporali non rispettati (anzi si reputa che i 5 mesi da qui a novembre, data di ritorno alla urne, siano «pochi mesi dalla scadenza della gestione commissariale»), si cita lo scioglimento del consiglio comunale (ma il Psc non rientra tra gli atti revocati dalla terna commissariale, che a dire il vero non ha revocato nulla fino ad oggi se non chiudere strutture comunali), e su quelli tecnici (mutati negli anni tra nuove norme cui doversi adeguare, per altro) si lamenta che «va ad approvare, attraverso le osservazioni, una serie di costruzioni private in aree urbanizzabili. L’operazione portata avanti dall’amministrazione disciolta e che con una eventuale approvazione la commissione straordinaria farebbe propria, stravolge il piano già adottato nel 2015, che ha  cancellato le aree urbanizzabili trasformandone, una piccola parte, in urbanizzate, laddove erano previsti insediamenti produttivi e le condizioni di prossimità e di utilizzo parziale del territorio lo consentivano. Attraverso le  osservazioni, si va a creare un insediamento diffuso che, oltre ad aumentare il costo dei servizi comunali sempre a spese dei cittadini, entra in contrasto con l’articolo 20 del Quadro territoriale regionale con valenza paesistica, che espressamente prevede una posizione di vantaggio per i Comuni che non prevedono alcuna area urbanizzabile nell’assegnazione dei fondi destinati alla rigenerazione urbana ed alla valorizzazione dei centri storici. Tutto ciò  ci fa perdere un vantaggio enorme nell’assegnazione di finanziamenti cancellando, oggi e  in futuro, un’opportunità che potrebbe valere  molte decine di milioni di euro. Con questa scelta, Lamezia entrerebbe in contrasto con la linea di tendenza di tutti gli urbanisti, del governo nazionale e regionale, e si farebbe un danno incalcolabile  alla gran massa dei proprietari di edifici già realizzati, molti dei quali hanno bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria, rendendo difficili interventi di recupero generalizzato in aree che hanno un tessuto urbano in difficoltà».
    Secondo Lamezia Bene Comune «si rischia di approvare un documento urbanistico “senza padri”, slegato da qualsiasi legame con il tessuto vivo della comunità lametina. Se quanto trapelato dovesse essere vero, ci appelliamo alla commissione straordinaria: ci ripensi immediatamente. Si dia la possibilità al prossimo consiglio comunale eletto di esprimersi  e confrontarsi su una questione decisiva per il presente e il futuro di Lamezia, portando la voce e le istanze dei cittadini». Se non fosse che anche il prossimo consiglio comunale dovrà deliberare sulle stesse osservazioni e poi dare il via libera definitivo, a meno di cancellare tutto e vanificare lavoro e soldi già spesi. In eredità avrà anche un ufficio tecnico senza dirigente di ruolo con specifiche competenze e meno dipendenti in organico, visto che le assunzioni sono ancora bloccate per via del piano di rientro ed il mancato rispetto dell’approvazione dei documenti necessari ad avere il via libera da parte della commissione ministeriale.
    Gi.Ga.

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