Per Cutrì «inaccettabile che non sia partita la raccolta differenziata a Fronti», ma nessun piano lo prevede

Nei vari piani approvati negli anni, anche dalle precedenti amministrazioni, rimaneva la raccolta stradale, confermato anche l'11 marzo  

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    «Per Fronti l’avvio del sistema di raccolta differenziata sembra una chimera», lamenta Vincenzo Cutrì, ex consigliere comunale di Lamezia Terme nelle passate legislature, sia con l’amministrazione Speranza che con quella Mascaro, reputando «inammissibile che nel popoloso quartiere di Lamezia Terme, dove risiedono circa 400 famiglie, il sistema di raccolta differenziata non sia mai partito, né tantomeno ne è previsto l’inizio a breve scadenza». 
    La protesta però arriva ora sotto periodo dei commissari, ma non tiene conto che tutti gli ultimi piani di ampliamento della raccolta differenziata, sebbene di anno in anno disattesi, esplicitamente prevedano che «nelle aree periferiche (pedemontane) la raccolta differenziata dei rifiuti sarà di tipo stradale con cassonetti diversificati per le varie frazioni differenziate, compreso l’organico. Il mantenimento della raccolta differenziata di tipo stradale è motivato dalle caratteristiche abitative di dette aree che presentano case sparse o in piccoli raggruppamenti. La raccolta stradale pertanto risulta la meno dispendiosa per personale e mezzi».
    Per Cutrì però «la situazione a Fronti è indecorosa e inaccettabile. Notevoli, infatti, sono le conseguenze igienico sanitarie per i cittadini, costretti quotidianamente a sopportare il cattivo odore che proviene dai cassonetti, spesso stracolmi di rifiuti, collocati nel pieno centro urbano. Inoltre, come è ormai risaputo, il riciclaggio dei rifiuti consente importanti risparmi di energia e di materie prime, garantendo un futuro migliore alle nostre comunità».
    Cutrè esorta «l’amministrazione comunale, rappresentata dalla Commissione Straordinaria, e la Lamezia Multiservizi Spa affinché si attivino immediatamente per avviare la raccolta differenziata anche a Fronti. Tale esigenza, di civiltà e di buon senso, non è più rinviabile». Peccato che il piano tecnico economico per il 2019 sia stato approvato l’11 marzo, ovvero 3 mesi fa.
    g.g.
     

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