Trame, non parlare dello scioglimento è parlare di cosa l’avrebbe causato

Si punta il dito contro la città che non si è interrogata e condannata 

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Tutto bene per gli organizzatori di Trame, che davanti agli ospiti e relatori degli incontri, e le maglie arancioni dei giovani volontari, criticano le critiche ed i malumori della città, che infatti è in gran parte assente al Chiostro di San Domenico nell’apertura, verso la manifestazione.
    Elogi all’organizzazione arrivano da Armando Caputo, presidente della Fondazione Trame, Armando Vitale dell’associazione Gutenberg sottolinea le componenti culturali della lettura ed i temi della politica nazionale, mentre più diretto è il direttore artistico Gaetano Savatteri riferendosi alla mancanza di un’analisi di come si è arrivati al terzo scioglimento del consiglio comunale (avanzata anche dagli stessi esponenti politici che negli anni passati erano però ad appoggiare come istituzione l’iniziativa, presenziavano agli incontri, etc): «noi parliamo di eventi che vanno contro lo scioglimento, non contro i commissari nè analizziamo altro. Se proponiamo una Lamezia diversa lo facciamo grazie a questa manifestazione e questi ragazzi».
    Trame infatti è uno dei rari casi che non ha trovato alcuna scure da parte del formalismo della terna commissariale, e lo stesso presidente Francesco Alecci non perde occasione per sottolineare come «da quasi 2 anni siamo in gestione commissariale, non è giusto sminuire il lavoro dietro questa manifestazione. C’è una chiave di lettura che non si vuole avere, magari più facile per me che non sono del posto e non sono condizionato da conoscenze».
    Nelle 9 edizioni il Comune di Lamezia Terme non ha mai negato l’appoggio alla manifestazione e agli organizzatori (vedi anche in ultimo la compensazione di crediti e debiti per la gestione da parte dell’Ala di un bene comunale su Corso Nicotera), ma per Alecci «l’ente civico ha dato pieno appoggio a questa manifestazione, non era scontato che avvenisse in una città sciolta per infiltrazioni della criminalità per 3 volte. Nessuno ha negato i primati artistici di questa città (anche se poi quasi tutto quello ereditato è stato fatto emigrare altrove o ridotto dalla gestione commissariale per una serie di vincoli burocratici o assenza di atti, nb), oggi c’è anche il sole invece che la pioggia come lo scorso anno, ma per 5 giorni abbiamo la fortuna di avere grande qualità di interventi».
    Se Lamezia Terme ha ancora però l’inagibilità diffusa, per il presidente della terna commissariale «le attività culturali, sportive, imprenditoriali devono ritrovare la circolarità che è stata interrotta da un atto che ha giudicato altro. Lamezia merita migliori amministratori», anche se però i prossimi avranno una pianta organica ancora minore rispetto all’attuale per l’impossibilità di fare alcuna assunzione visti i vincoli burocratici non rispettati dall’attuale terna (vedi bilanci non approvati nei termini, piani della perfomance ed obbiettivi non approvati, etc). Ma Trame non parla o valuta l’efficienza amministrativa, ma si concentra su criminalità organizzata ed altro.
    Se quasi tutti gli appuntamenti riguardano altre realtà non lametine, il progetto “Visioni Civiche” ha invece posto il focus sulla città della piana. Nel corso dell’ultimo anno 26 giovani hanno affrontato così un percorso di giornalismo civico con professionisti locali e nazionali, concentrandosi su 5 temi che saranno proiettati in una striscia serale in ognuna delle giornate. Secondo gli organizzatori Valentina De Grazia e Rosy Battaglia anche in questo caso a Lamezia è mancata nel tempo autocritica ed autoanalisi, che dovrebbe così essere affidata all’obiettivo dei giovani corsisti.
    Da guida della locale Procura, Salvatore Curcio esalta il richiamo a Primo Levi come tema della manifestazione, sostenendo che «Lamezia riflette quello che è la Calabria: una regione che ha un disimpegno civico diffuso, parlando di mafia si parla di fenomeni repressivi ma mai di temi preventivi. L’atteggiamento asettico, un processo di astrazione mentale, favoriscono il proliferare della cultura mafiosa».
    In piazza intanto 2 striscioni dei parenti di Tramonte e Cristiano chiedono di riaprire il caso della morte dei loro cari, tornando a collegare Lamezia alla criminalità che aveva interesse ad allungare le mani in affari economici comunali. 
    Nel corridoio del Chiostro si apre la mostra fotografica di Angelo Pitrone “A 30 anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia”.

     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    Un post condiviso da Lameziainforma (@lameziainforma) in data: 19 Giu 2019 alle ore 8:55 PDT

     

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