«La città deve reagire, essere positiva, andare avanti ma non chiudersi nei salotti vivendo in un microcosmo»

Nicola Gratteri, Procuratore di Catanzaro, incalza Lamezia Terme a non rassegnarsi allo scioglimento ma lo fa dal palco di Trame

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    «Lamezia Terme è una città bellissima, non deve deprimersi per gli arresti o lo scioglimento del consiglio comunale. La città deve reagire, essere positiva, andare avanti ma non chiudersi nei salotti vivendo in un microcosmo. Trame deve durare 365 giorni andando nelle zone periferiche, dove c’è emarginazione e difficoltà» incalza Nicola Gratteri, Procuratore di Catanzaro, ma dal palco di Trame che tra i propri difetti in 9 edizioni ha proprio quello di essersi fossilizzata come manifestazione nello spazio tra Palazzo Nicotera e Chiostro di San Domenico per il festival dei libri, avendo come altri punti di confronto i laboratori nelle scuole ed il Civico Trame come quartier generale.
    «Non guardate le statistiche degli scioglimenti, non ascoltate chi vi parla solo con terrore e si erge ad unico paladino della legalità. Uscite nelle strade, donate il sangue, impegnatevi nel sociale ed in politica senza pensare solo a voi stessi o al nucleo familiare ma alla collettività», arringa il Procuratore nella città che dall’arrivo della terna commissariale ha vissuto una fase di inagibilità diffusa (il palco è montato proprio davanti al Teatro Umbero, il cui progetto di messa a norma è stato approvato nei primi mesi dello scorso anno e non ancora appaltato e quindi chiuso al pubblico come molte altre strutture lametine), «la ndrangheta è una minoranza, ma esiste anche un’antimafia che punta al business e non allo scopo originario. E’ tutta una forma per creare terrore in cui si avvantaggia la criminalità».
    Ma nel rapporto tra mafia e politica Gratteri è chiaro: «la ndrangheta dotta ha sorpassato la politica, ha maggiore potere reale ed è più credibile con la collettività e gli elettori. Anche il rapporto tra avvocati e clienti mafiosi è cambiato, tendenzialmente la scrivania si è molto assottigliata per molti motivi diversi. Alle elezioni votate per chiunque, ma non per chi vi promette posti di lavoro ed aiuti». 
    Nel rispondere alle domande poste dai volontari sul palco Gratteri passa poi al tema dei giovani: «c’è chi nasce in famiglie oneste e l’ha visto messo in pratica con coerenza, non solo prediche ma azioni. Ma c’è anche chi nasce in famiglie diverse: il 50% dei miei compagni di scuola o sono morti ammazzati in guerre di mafia, come un mio compagno di banco, o sono stati arrestati, in alcuni casi anche in indagini da me coordinate. Quel che manca oggi è una scuola diversa, credibile, che impegni più tempo possibile i ragazzi che oggi sono figli di internet e delle influenze esterne».
    Il Procuratore riprende la battuta dell’essere «la soubrette della Procura, la starlette a cui si vuole chiedere la tesi» nel rispondere a come si vede oggi dopo la ribalta avuta dai vari libri pubblicati ed operazioni condotte nelle Procure in cui ha lavorato. Ma aggiunge: «le mie ferie, come è noto, le passo ad incontrare gli studenti, a Catanzaro ho aperto le porte dell’ufficio ad ascoltare la gente. Ma questo sforzo deve essere comune a tutti i cittadini, bisogna ritrovare le attività sociali come trovare gli anziani ricoverati negli ospedali. E’ un’esperienza che dà ad entrambi, solo i morti non possono più fare nulla».
    Agli imprenditori Gratteri dà un suggerimento: «fatevi vedere in pubblico al fianco delle forze dell’ordine, è un atto di fiducia nei loro confronti ed un messaggio che non siete disposti a pagare mazzette o racket. Nei posti di comando serve poi gente veramente competente e non frutto di accordi o raccomandazioni, ma non pensiamo che il meglio viene sempre da fuori: conosco un figlio di falegname che non trovando lavoro qui ora è un oncologo di fama internazionale, così come avrei altri esempi sia in sanità che in ambito accademico. I giovani calabresi devono studiare per essere la nuova classe dirigente».

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