Beni culturali chiusi per una burocrazia che disconosce se stessa a Lamezia Terme

Visioni Civiche documenta l'assenza di fondi e chiarezza su come tornare ad aprire i cancelli 

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA 

    Visioni Civiche parla di «Cultura sotto chiave. Lasciate ogni speranza, o voi che atterrate», video realizzato da Asmara Bassetti, Anna Colistra, Martina Falvo, Chiara Molinaro, Bernadette Serratore, Giulia Vesci guidate da Pablo Petrasso del Corriere della Calabria. 

    Aspetti noti ai lametini, situazione già precaria (castello off limits per manifestazioni dal 2012, salvo poi comparire online per foto shooting di matrimoni o escursioni) peggiorata con il formalismo della terna commissariale, i beni culturali dopo le aperture solo estive non hanno avuto negli ultimi anni neanche più quelle. 

    Davanti allo spiazzo di San Domenico che attende chef Rubio (altra guest star della manifestazione) si sfilano da responsabilità ex amministratori come Giovanna De Sensi e Paolo Mascaro, anche la dirigente Nadia Aiello si smarca legando 1.400.000 euro in Agenda Urbana per il Castello (già però non più previsti nell’ultima rimodulazione) , anche per Terina i problemi sono i fondi assenti e bisticci burocratici tra Comune e Sovrintendenza. 

    Per la turista dagli occhi a mandorla scelta come simbolo porte chiuse anche all’Abbazia Benedettina e Bastione di Malta, con i lavori fermatisi e la dirigente Aiello ad ammettere di non sapere quale sia la stato dei luoghi.

    Alecci sottolinea l’assenza di fondi e competenze in Comune, ma gli interventi definanziati nel piano triennale delle opere pubbliche testimoniano un andazzo diverso. Assenza di dialogo tra Sovrintendenza e Comune emerge anche dalla sorpresa di Alecci, che come da 2 anni delega ad altri al netto di un ufficio della Sovrintendenza all’interno del museo archeologico.

    Non mancano le lamentele delle associazioni che vorrebbero ascolto, anche se tranne il Bastione si parla solo di ruderi da poter far visitare. Ma son tutti concordi che è colpa della burocrazia, anche se gli stessi intervenuti ne fanno parte.

    Da due anni Lamezia paga un’inagibilita diffusa con radici precedenti, ma almeno alle giovani di Trame il Comune ha dato udienza, visto che a porte chiuse son anche gli uffici comunali dove in orario lavorativo presiede Alecci.

    Dal palco si invita a segnalare il tutto al Ministero e alla Sovrintendenza, con altre realtà calabresi più attive su tale ambito. 

    Poi però il piano triennale delle opere pubbliche approvato dalla stessa terna in cui l’intervento “Area Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia Lamezia. Interventi di indagine, scavo archeologico, restauro conservativo, fruibilità e valorizzazione” da 2 milioni di euro nel 2020 ha il livello di priorità 3, ovvero quello più basso, mentre sono stati definanziati i 4 milioni per “Interventi di tutela e valorizzazione e fruizione delle aree archeologiche, del castello Normanno Svevo e del Bastione di Malta. Miglioramento delle condizioni strutturali e dei servizi per la fruibilità”.

    Ora le polemiche, entro il termine del 2 maggio nessuno ha presentato alcuna osservazione.

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