A Lamezia Terme una giornata formativa sui temi di attualità connessi alla gestione del rischio da legionella

Organizzata dall'Asp di Catanzaro 

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    “La gestione integrata del rischio da legionella” è stato il tema della giornata formativa che si è tenuta a Lamezia Terme, rivolta a tutto il personale che si occupa di prevenzione e controllo delle infezioni da Legionella.

    L’iniziativa, fortemente voluta dalla direttrice generale f.f. dell’ASP di Catanzaro, Amalia De Luca, è stata pianificata e organizzata dall’unità operativa “Formazione e Accreditamento” dell’ASP di Catanzaro, diretta da Clementina Fittante, in collaborazione con l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, l’Arpacal e la “Società italiana di medicina preventiva”.

    La Malattia del Legionario, più comunemente definita legionellosi, rappresenta infatti una nuova emergenza nel campo delle malattie infettive, costituendo un problema di Sanità Pubblica. Si tratta di una infezione polmonare causata dal batterio Legionella, chiamato così perché responsabile nel 1976 di una epidemia diffusasi tra i partecipanti al raduno della Legione Americana in un Hotel di Philadelphia (USA).In quell’occasione, 221 persone contrassero questa forma di polmonite, precedentemente non conosciuta, e 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.

    La diffusione dell’infezione avviene, infatti, generalmente per vie respiratorie mediante inalazione o aspirazione di aerosol contaminato, generato da rubinetti, docce, impianti di umidificazione, torri di raffreddamento, che costituiscono alcune fra le fonti più diffuse e dunque potenziali situazioni di rischio per la salute umana.

    La De Luca, con riferimento alle linee guida ministeriali in tema di prevenzione e controllo della legionella, recepite nel 2015 anche dalla Regione Calabria, ha spiegato che è previsto il controllo degli impianti idrico sanitari e di climatizzazione nelle strutture dove il rischio legionella è elevato e l’adozione di misure di prevenzione, che devono essere gestite da team multidisciplinari, comprendenti esperti in impiantistica, tecnici sanitari e di laboratorio. “Poi – ha proseguito – c’è un’altra fase non secondaria, che è quella della informazione-formazione degli operatori che in qualche modo sono coinvolti nella prevenzione e nel controllo della legionella; è per questo che la Direzione ha chiesto l’inserimento nel Piano di formazione aziendale di uno specifico evento formativo su questo tema, affinché vengano diffuse le informazioni e venga data la possibilità, a tutti coloro che ne hanno titolo, di acquisire quel know-how che aiuta proprio nella gestione di questo processo, di cui si devono far carico soprattutto i dipartimenti di prevenzione delle Aziende Sanitarie.”

    Soddisfazione per l’evento è stata espressa dal direttore sanitario del Presidio ospedaliero unico (POU) Antonio Gallucci, il quale, nel sottolineare l’importanza della tematica, ha evidenziato che è già in atto una collaborazione tra l’Istituto di Igiene dell’Università “Magna Graecia” e le strutture ospedaliere e territoriali dell’ASP di Catanzaro ed ha auspicato che l’iniziativa “sia l’inizio di una necessaria collaborazione multidisciplinare e sinergica tra le varie istituzioni.”

    Altamente qualificato il contributo reso per la riuscita del corso-convegno dai relatori provenienti dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Maria Pavia e Carlo Torti; Caterina De Filippo dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro; Carmela Cortese, Martino Maria Rizzo e Leonardo Lione dall’ASP di Cosenza; tra loro anche Maurizio Gimigliano, progettista e consulente specializzato nella prevenzione da infezioni da legionella e la Dr.ssa Filomena Casaburi, dirigente del Laboratorio Bionaturalistico – tossicologico del Dipartimento di Catanzaro dell’ArpaCal, che si è soffermata sulle modalità del campionamento e delle tecniche analitiche per i campioni ambientali previste dalle nuove linee guida, chiarendo, inoltre, che il batterio della legionella non passa da persona a persona, né con il cibo e neppure bevendo acqua. Casaburi ha, inoltre, relazionato sulle tecniche analitiche usate nel laboratorio dell’ArpaCal, ossia il metodo colturale, edil metodo Rt-pcr, ancora in corso di validazione.

    Aida Bianco, dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaroe Presidente SITI – Società Italiana di Igiene, ha ringraziato l’apprezzato gruppo di relatori per il contributo fornito allo sviluppo di una tematica di grande rilevanza per la salute pubblica.

    La giornata formativa ha avuto un grande successo in termini di affluenza e di interesse per le tematiche affrontate. L’elevata qualificazione scientifica dei relatori e le criticità emerse dall’esperienza quotidiana dei partecipanti hanno dato luogo a una vivace e proficua discussione, a dimostrazione che il “problema legionella” è ancora di estrema attualità e l’attività di ricerca in quest’ambito non è affatto esaurita.

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