«Non è nelle nostre competenze quelle di poter aprire un reparto o un altro, o tornare ad un modello precedente, ma far funzionare tutto al meglio»

Una sorta di bilancio 2018/19 offerto nella sala Ferrante dell’ospedale Giovanni Paolo II da parte dei vertici aziendali dell’Asp di Catanzaro per rassicurare sulle intenzioni in merito alla gestione dell’ospedale lametino ma anche rispondere a critiche ritenute male indirizzate.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Una sorta di bilancio 2018/19 offerto nella sala Ferrante dell’ospedale Giovanni Paolo II da parte dei vertici aziendali dell’Asp di Catanzaro per rassicurare sulle intenzioni in merito alla gestione dell’ospedale lametino ma anche rispondere a critiche ritenute male indirizzate.
    Il direttore Generale facente funzioni dell’ASP di Catanzaro, Amalia De Luca, ricordando il doppio ruolo ricoperto (è anche direttore sanitario) ed il Decreto Calabria rimarca che «decaduto il commissario, mi sono trovata a dover coprire un ambito più ampio. Primo impegno da affrontare è stato l’attivazione del trasporto neonatale di emergenza, per cui l’Asp era segnalata come inadempiente, ed ora è partito definendo il ruolo specifico di ogni operatore che da ogni ospedale dell’area centro della Calabria fa riferimento all’Hub di Catanzaro. Sempre in tale ambito abbiamo mantenuto il punto nascita di Soverato, nonostante non avesse il numero di parti minimi richiesti dalla norma, e siamo in attesa del pronunciamento da parte del Ministero su tale richiesta».
    Spostandosi idealmente sulla strada dei Due Mari l’analisi passa poi al polo integrato con il centro protesi Inail all’interno dell’area industriale lametina: «l’Asp ci punta molto, ma è un progetto che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto. Abbiamo assunto il personale necessario, rinnovato gli incarichi ai fisiatri a tempo determinato in attesa di chiudere i concorsi a tempo indeterminato e per il direttore di struttura. Successivamente andremo oltre alle prestazioni ambulatoriali, fornendo anche riabilitazione intensiva».
    In merito al personale la De Luca ricorda come «nel 2018 abbiamo chiuso le procedure concorsuali per i primari di chirurgia a Soverato, chirurgia a Lamezia Terme, Ortopedia di Soverato», ma sui prossimi step ancora c’è da lavorare. Infatti si precisa che «il piano del fabbisogno approvato il 30 aprile potrà subire delle modifiche proprio alla luce delle necessità che ci sono state segnalate, ma tutto sempre compatibilmente con i vincoli di spesa che non riguardano il 2018 ma le annualità precedenti. L’indirizzo è quello di lavorare per migliorare l’offerta». La spiegazione fornita è che «i bilanci correnti non ci consentono per quanto riguarda la struttura di effettuare grandi lavori, se non la manutenzione ordinaria. Abbiamo fatto nel 2018 una prima ricognizione del personale, ora con i pensionamenti di quota 100 il bilancio di figure in servizio andrà rifatto. Sono fiduciosa che si possano risollevare le sorti dell’ospedale di Lamezia Terme come degli altri presidi».
    In tal senso si ricorda che «la rifunzionalizzazione dell’ospedale di Lamezia Terme è in attesa del decreto di finanziamento da parte della Regione Calabria, dovrebbe essere in arrivo per poi appaltare i lavori da 20 milioni di euro. Intanto nel 2019 sono stati attivati 1 posto in day hospital per neurologia, 5 in regime ordinario per oncologia assumendo 2 dirigenti oncologi, le cui procedure sono in fase di completamento. Per l’estate i pronto soccorso di Soveria Mannelli e Lamezia Terme usufruiranno di un protocollo semestrale con l’Asp di Vibo Valentia per sopperire alle carenze di personale, utilizzando nel mentre personale interno del dipartimento emergenziale e tutela della salute. Inoltre siamo in attesa di approvazione di rimodulazione dell’assistenza sul territorio per anziani e disabili e quella penitenziaria, con nel carcere di Catanzaro attivati 10 posti di riabilitazione estensiva ed una sezione dedicata alla salute mentale».
    La doppia dirigente mette in luce anche che «con il collegio di direzione abbiamo approntato il programma biennale di acquisizione di beni e servizi, di cui l’Asp era sprovvista, ed è in corso l’approvazione della relativa delibera», ma tutto questo lavoro potrebbe essere rivisto se il Governo deciderà di sciogliere l’Asp di Catanzaro in seguito all’inchiesta Quinta Bolgia: «la commissione d’accesso ha terminato il proprio lavoro a maggio 2019, trovando la nostra collaborazione nel fornire tutti gli atti richiesti. In questo contesto di certo non era facile per noi accettare questi incarichi, che non sono remunerati così tanto come si era insinuato essendo inferiori a quelli dei primari o dei nuovi commissari nominati dal Governo».
    La De Luca così precisa come «i commissari da soli non possono risolvere i problemi della sanità, serve un lavoro di squadra che riguardi tutti i protagonisti del settore. Il cambiamento non si realizza con uno schiocco di dita, ma facendo sentire tutti protagonisti, e per questo concludo ringraziando tutto il personale che sta lavorando in questa difficile fase supportandoci nonostante i sacrifici richiesti. La legge licenziata dal Parlamento ha l’intenzione di migliorare la sanità, poi non è nelle nostre competenze quelle di poter aprire un reparto o un altro, o tornare ad un modello precedente. Il nostro lavoro è quello di valorizzare al massimo l’offerta esistente».
    Per il Direttore Amministrativo aziendale, Elga Rizzo, «l’ospedale di Lamezia Terme è il presidio più importante dell’Asp di Catanzaro, per questo abbiamo spostato qui la conferenza stampa per avere presenti anche gli operatori senza costringerli a lasciare le attività e dar conto di un bilancio sociale che riguarda in primis il loro lavoro».
    La Rizzo non nasconde le difficoltà: «il nostro lavoro è partito dal superare le criticità emerse nel corso di una verifica amministrativa contabile avvenuta nel 2017: su 109 criticità emerse ne rimangono oggi solo 13 da affrontare, e nel contempo abbiamo chiuso le nomine di nuovi primari che hanno avuto da validi professionisti un impatto positivo sull’offerta sanitaria. Abbiamo dovuto seguire come linea guida l’interesse non dei singoli ma di tutta l’azienda, sottoscrivendo con i sindacati il contratto integrativo 2018 e 2019 di comparto, prevedendo 2 milioni di euro per il fondo del resto del personale nello stesso tipo di contratto. Abbiamo ripreso l’erogazione dei buoni pasto, fermi dal 2018, e sulla scia del fabbisogno stralcio 2018 ed il nuovo piano triennale 2019/21 abbiamo nel primo semestre di questo anno effettuato 156 nuove assunzioni (42% di quelle avvenute negli ultimi 4 anni), mentre nello stesso periodo del 2018 erano state 40».
    Nel fornire il resto dei dati la direttrice rimarca che «nell’ultimo semestre abbiamo pagato 123.685,498 milioni di euro di debiti, a fronte dei 98 milioni pagati nello stesso periodo del 2018. Abbiamo un debito commerciale da 132.198.945 di euro a fronte di un credito verso la Regione di oltre 140 milioni di euro, ma sebbene il bilancio possa essere positivo vanno valutate sentenze ancora non passate in giudicato. Grazie all’accordo con Federfarma abbiamo intanto avuto una riduzione sulla spesa farmaceutica di 530.000 euro».
    Rimangono però le polemiche sul personale, ultima in ordine di tempo quella sui contratti non rinnovati, in merito ai quali la Rizzo spiega che «sui 26 precari abbiamo necessità dell’autorizzazione del Commissario Cotticelli, che in altre aziende ha autorizzato quella spesa. Le previsioni vanno riviste, abbiamo in tutta l’Asp previste oltre 3000 persone in servizio, con oltre 200 assunzioni ancora da effettuare. Discorso diverso è nel campo di alcune specializzazioni, che è un problema comune a livello nazionale: mancano i candidati da esaminare per ristrettezza di ingresso nel percorso formativo universitario».
    Antonio Gallucci, direttore sanitario del presidio ospedaliero unico, ribadisce in chiusura che «le problematiche esistenti non sono tali da parlare di una situazione drammatica o tempestosa, né differenti da altre realtà calabresi. L’azienda ha intrapreso un percorso di riorganizzazione, punta sulle potenzialità umane esistenti anche grazie alle nomine dei vari direttori, e grazie all’impegno delle forze dell’ordine è garantita la sorveglianza e sicurezza su questo ospedale».

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