«Alecci informi circa l’attività ad oggi svolta dall’Unità di Progetto e, in particolare se si è proceduto a effettuare tutti quegli atti prodromici allo sgombero»

Carmela Dromi, Presidente Circolo del Lametino de La Nuova Frontiera dei Liberi & Forti chiede qualcosa non nelle corde dell'attuale presidente della terna commissariale

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    «Non basta l’indignazione e i cori unanimi postati sui social con corredo fotografico» secondo Carmela Dromi, Presidente Circolo del Lametino de La Nuova Frontiera dei Liberi & Forti, «a noi interessa capire dove e perché quel meccanismo amministrativo che pure era stato avviato, si è fermato o si è inceppato. Sappiamo bene che la precedente giunta a guida Mascaro con delibera n. 375 del 7 novembre 2017 aveva esplicitato le linee di indirizzo, di attività e gli obiettivi che avrebbero dovuto portare entro il 31 dicembre 2020 al definitivo sgombero con la costituzione di una Unità di Progetto denominata “Rom Scordovillo”. La stessa Commissione straordinaria aveva ritenuto di dare seguito a questa deliberazione, manifestando “l’intenzione di attivare immediatamente l’Unità di progetto cui affidare la scrupolosa e urgente attuazione di tutti gli specifici adempimenti individuati nella parte dispositiva della delibera n. 375”. Con successivo Decreto del Segretario Generale datato 19 febbraio 2018 veniva costituita l’Unità di Progetto con nomina dei relativi componenti».
    Si chiede però al presidente della terna commissariale, il quale non ha mai nascosto pubblicamente di non ritenere utile e necessario dare spiegazioni o comunicazioni sul proprio operato, di informare la cittadinanza «circa l’attività ad oggi svolta dall’Unità di Progetto e, in particolare se si è proceduto a effettuare tutti quegli atti prodromici allo sgombero e precisamente: monitoraggio campo rom e insediamenti abusivi; identificazione e censimento di tutti gli abitanti, minori compresi; controllo della situazione economico patrimoniale di tutti i nuclei familiari; controllo incrociato tra chi risulta residente a Scordovillo e contemporaneamente occupa immobili Aterp nelle zone “Ciampa di cavallo”, San Pietro Lametino e “ Via degli uliveti”», sostenendo che «qualora tali attività non fossero state a tutt’oggi avviate, ne vengano fornite le ragioni e ci si assuma la responsabilità nei confronti della Città che ancora una volta risulterebbe offesa e vilipesa».
    L’ultima conferenza stampa sulla possibile riapertura del Teatro Grandinetti suggerisce però che si continui sulla linea istituzionale tenuta da novembre: nessuna responsabilità, nessun chiarimento, nessun provvedimento. 
    g.g.
     

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