Sulla riduzione idrica di Sorical in gran parte di Lamezia Terme le polemiche entrano nel campo semiotico

L'ex consiglieer comunale Massimo Cristiano dei Mtl e Francesco Di Lieto del Codacons tirano in ballo anche la riduzione per debiti, non pubblicata da Sorical

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    Tornate le riduzioni idriche anche a Lamezia Terme, ma questa volta non per debiti tra Multiservizi e Sorical quanto per mancato approvvigionamento idrico come accaduto in tanti altri comuni dell’hinterland, riaffiorano anche le polemiche. 
    Per l’ex consiglieer comunale Massimo Cristiano dei Mtl c’è «scarsa trasparenza delle informazioni in ordine alla sospensione e/o riduzione della portata idrica e le modalità con cui il servizio debba essere comunque garantito», citando però i problemi economici della Multiservizi che in questo caso non riguardano la decisione di Sorical (la società municipalizzata lametina non compare nella lista delle riduzione programmate pubblicata sul sito dell’ente regionale).
    Per Francesco Di Lieto del Codacons si potrebbe pensare «ad un disservizio tecnico, a qualche impianto andato “fuori servizio” ma è un’evenienza che non giustifica i disagi che dovranno sopportare i cittadini di Lamezia. Nella città di Lamezia Terme, infatti, vi sono serbatoi di accumulo, come quello di Canneto, in grado di fare da volano ad eventuali diminuzioni di portata in ingresso per disservizi tecnici; in altre parole un serbatoio non si può svuotare in breve tempo perché la sua funzione, e la capacità dei serbatoi lametini è più che sufficiente, è proprio quella di far fronte ad inconvenienti tecnici». Di Lieto per questo chiama in causa Regione Calabria e Comune di Lamezia Terme per sapere se siano stati condotti i controlli sulla manutenzione degli impianti, che son di proprietà Sorical.
    Anche l’esponente del Codacons poi tira in ballo la riduzione per debiti, non certificata però da apposita comunicazione sul sito dell’ente regionale, reputando che dietro ci sia «un “disinteresse interessato” ed un “silenzio complice” che hanno consentito di spalmare sui Cittadini tariffe illegittime, per come sostenuto anche dalla Corte Costituzionale e ciò nonostante i lametini oggi devono subire sulla propria pelle cosa vuol dire affidare la gestione del nostro “bene comune” più prezioso ad una Società per Azioni». Quando però a marzo la terna commissariale ha deliberato di adeguare le tariffe del servizio idrico integrato per come stabilito dall’Autorità Idrica della Calabria, ben pochi cori di protesta: per il 2019 si era deciso di fissare in 8.887.483 euro i “vincolo ai ricavi riconosciuti al gestore” con un moltiplicatore tariffario di 1,386 (nel 2018 il primo dato era di 8.191.229, il secondo a 1,277).
    L’esponente del Codacons ribadisce che l’organizzazione «continuerà a battersi affinché finisca la “dittatura” di SoRiCal, venga ripristinata la legalità tariffaria e l’acqua (che è dei Calabresi) venga finalmente somministrata da un ente di diritto pubblico, che non abbia come obiettivo il profitto ma si preoccupi di erogare un servizio vitale ai Cittadini». In Regione è stata approvata l’agenzia regionale idrica, ma ancora tarda a partire, e a novembre o febbraio potrebbe cambiare la guida politica.
    g.g.
     

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