«Si è costretti a diventare stranieri, a veder negata l’ospitalità in beni che sono tuoi»

Seconda tappa del Festival delle Erranze e della Filoxenia che fatto viaggiare tra le bellezze di Lamezia Terme, a ridosso dell’antico fiume Ocinaro, attuale torrente Bagni

Più informazioni su


    Ieri pomeriggio, all’interno della cornice del “Festival delle erranze e della filoxenia” giunto alla seconda tappa di Lamezia Terme, si è svolto il laboratorio di argilla organizzato dal “Progetto Gedeone”, progetto prevalentemente impegnato nel superamento dello stigma sulla salute mentale nella nostra società. L’idea è che “mediante l’utilizzo di beni comuni e ambientali si possa fare riabilitazione e favorire l’inserimento sociale”, che questi possano essere un validissimo strumento per favorire spontaneamente l’incontro, lo scambio, la condivisione, la convivenza, la crescita, la rinascita.
    Si ha voglia di ripetere periodicamente queste attività affinché possano anche divenire attrattiva turistica, accoglienza costante per il passant, ma le difficoltà non mancano a detta degli stessi organizzatori: «a volte mancano gli stessi spazi, spesso sono negati. Si fa fatica ad organizzare, ci si scoraggia, si elaborano alternative. Si è costretti a diventare stranieri, a veder negata l’ospitalità in beni che sono tuoi. Tutte le leggi e le ragioni di questo mondo, ma qualcuno morirà senza mai poter ripercorrere la propria storia, senza ammirare la “Piana” dal castello. Eppure c’è un piccolo esercito cocciuto che continua a camminare. Percorre sentieri impervi ma bellissimi. Fa poco rumore ma chi riesce a udirlo si sente scaldare il cuore. Per la salute mentale di tutti dobbiamo tornare a sporcarci le mani. Essere un po’ folli, come erano gli artisti, per rimanere sani».
    Piccoli passi, maschere apotropaiche con funzione magica di allontanamento degli spiriti maligni e del malocchio. Derivanti dai prototipi Magno – Greci: Satiri e Gorgoni. Leggende, miti, storie, racconti, fatti dal Professore Villella, instancabile “errante” della storia locale. Questa la seconda tappa del Festival delle Erranze e della Filoxenia che fatto viaggiare tra le bellezze di Lamezia Terme, a ridosso dell’antico fiume Ocinaro, attuale torrente Bagni, dove le tracce storiche ci riportano ai primi insediamenti della Città. «Dario Leone archeologo», ha raccontato lo storico Villella, «ha trovato nei pressi di Caronte una statuina a forma di donna con il ventre pronunciato, simbolo di fertilità. Leone era convinto che Caronte fosse l’ARA della Divinità “Madre Terra” e la presenza di acque calde ne era la testimonianza. Di sicuro sappiamo che i popoli dal fiume Corace si spostavano fino alle nostre Terme».
    Appassionato è stato anche il racconto dei Cataldi alle Terme, famiglia che ha gestito da sempre lo stabilimento oggi ammodernato e dotato di un museo visitato dagli “Erranti”. Particolare è stato il laboratorio di creta in cui Fernando Cimorelli ha voluto dedicare al luogo la sua opera, ispirato dalla camminata fatta in mattinata. E molti hanno potuto sperimentare, a fare maschere, nella speranza che allontanino i “malocchi”, spiriti che ostacolano la valorizzazione dei nostri beni.

    Più informazioni su