Oliverio chiede un incontro a Cotticelli ed i 5 Prefetti calabresi sul tema sanità

Si denuncia «la paralisi gestionale e l’impossibilità di approvvigionarsi anche di farmaci salvavita in seguito al  vuoto legislativo prodotto D.L. n. 35 del 2019 e il depauperamento della qualità dei servizi a causa della mancata assunzione di personale»

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    Con ancora viva la diatriba politico istituzionale nel settore sanità, il presidente della Regione Mario Oliverio ha inviato una lettera al commissario ad acta per il Piano di rientro e ai 5 Prefetti calabresi, nella quale evidenzia «la paralisi gestionale e l’impossibilità di approvvigionarsi anche di farmaci salvavita in seguito al  vuoto legislativo prodotto D.L. n. 35 del 2019 e il depauperamento della qualità dei servizi a causa della mancata assunzione di personale», chiedendo un incontro da effettuare presumibilmente mercoledì.
    Nella lettera indirizzata al commissario Saverio Cotticelli e hai Prefetti Francesca Ferrandino (di Catanzaro), Massimo Mariani (di Reggio Calabria), Paola Galeone (di Cosenza), Fernando Guida (di Crotone) Francesco Zito (di Vibo Valentia), Oliverio sottolinea come «il D.L. n. 35 del 2019, convertito con modificazioni dalla L. n. 60 del 2019, prescrive che le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, per acquistare beni e servizi nonché affidare  lavori, devono avvalersi  di centrali di committenza  di altre regioni  italiane per i successivi  18  mesi. (art.6, comma 1 e art.15). La disciplina speciale introdotta dalla citata normativa, reca disposizioni a carattere temporaneo e d’urgenza ma nulla prevede per il periodo transitorio, cioè fino all’individuazione della centrale di committenza di altra regione. Il vuoto legislativo sta producendo, di fatto, la paralisi gestionale e l’impossibilità di approvvigionarsi, fra gli altri, anche di farmaci salvavita, antibiotici di ultima generazione, neoplastici innovativi e dispositivi sanitari».
    Altro problema segnalato è che «la mancata attivazione dell’assunzione di personale, le cui carenze risultano ulteriormente aggravate dai processi di pensionamento ordinari nonché dalla introduzione di “quota 100” hanno ulteriormente accelerato il depauperamento della qualità dei servizi, destinato ad amplificarsi nella stagione estiva. A ciò si aggiungono l’incertezza e la precarietà create dalla stessa norma nel governo delle aziende sanitarie ed ospedaliere che si trovano tutt’oggi, a distanza di mesi, senza una guida stabile, situazione che ha  prodotto, di fatto, una paralisi gestionale. L’insieme di quanto fin qui rappresentato fa emergere il rischio più che concreto di interruzioni di pubblico servizio a carattere sanitario, con notevoli tensioni fra i cittadini che potrebbero determinare problemi di ordine pubblico di cui da settimane si avvertono sintomi preoccupanti».
     
     

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