La presidente di Lamezia Rifiuti Zero contesta la mancata campagna di informazione sull’estensione della raccolta differenziata porta a porta

Per Dina Caligiuri ci sarebbero anche cittadini impreparati dietro i problemi emersi ieri in via Lissania

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    Il giorno dopo la notizia dei sacchetti di rifiuti finiti in strada tra vico Torre e via Lissania, arrivando ad essere sparsi fin davanti l’ingresso della curia, dopo il Comune di Lamezia Terme interviene anche Dina Caligiuri, presidente dell’associazione Lamezia Rifiuti Zero, sostenendo che «tale odioso effetto secondario della sopraggiunta raccolta differenziata non può e non deve essere interpretato, in modo semplicistico e affrettato, come dovuto al fisiologico adattamento al cambiamento da parte dei cittadini o come conseguenza inevitabile della loro inciviltà. Piuttosto bisogna chiedersi cosa ha fatto l’amministrazione comunale per evitare preventivamente tale scempio, che mortifica ancora una volta la dignità della nostra città e dei suoi abitanti, generando quotidianamente perdite economiche e ed emergenze sanitarie». 
    La Caligiuri ricorda che il Comune «aveva preventivato, nel progetto presentato nel 2017 per accedere tramite la Regione Calabria ai fondi comunitari, poi ottenuti, misure di informazione e sensibilizzazione necessarie e indispensabili da effettuarsi categoricamente ben prima dell’avvio della raccolta, come recitano i manuali. Tali misure comprendevano, come si evince dalla lettura del testo del progetto approvato, formazione del personale, attività di educazione sul territorio, nei quartieri, nelle scuole, campagne mediatiche di vario genere, tramite radio, tv, web e social media, oltre ai classici manifesti e materiali cartacei, e tanto altro. Inoltre gli incaricati del comune avrebbero dovuto raggiungere porta a porta tutte le utenze, consegnando i mastelli insieme ai materiali cartacei informativi, illustrando le nuove modalità di raccolta e spiegandone l’importanza, per motivare i cittadini ad una corretta gestione dei propri scarti ed essere certi di aver raggiunto tutti con la corretta comunicazione. Nulla di tutto questo ad oggi è stato fatto. Nonostante il lunghissimo tempo di attesa per la partenza della raccolta porta a porta dopo l’approvazione del progetto, il nuovo sistema di raccolta è piombato nella prima zona di estensione del servizio senza alcun utile preavviso e senza l’indispensabile informazione. Due righe sul sito del comune e un gazebo aperto per 10 giorni nel mese di luglio sul corso Numistrano dove recarsi a ritirare i mastelli (qualora se ne avesse avuta notizia) è tutto ciò che il comune ha messo in atto per scongiurare l’emergenza di questi giorni». 
    Il compito però sarebbe anche della Lamezia Multiservizi, e la raccolta differenziata da anni copre anche altre zone della città, quindi non è una novità assoluta con cui confrontarsi, ma anzi anche nelle predette zone insistono sacche di cittadini non allineati al sistema porta a porta.
    g.g.

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