Amministrative, entro il 27 ottobre ogni candidato dovrà pubblicare online il proprio curriculum e certificato penale

Nella corsa agli adempimenti per comporre le liste in vista delle elezioni anche obblighi di maggiore trasparenza  

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Mentre si è ancora in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che certificherà se le elezioni amministrative a Lamezia Terme saranno confermate il 10 novembre o slitteranno nella prossima primavera con il rientro in carica dell’amministrazione Mascaro sciolta a novembre 2017, si avvicina il termine di mezzogiorno del 12 ottobre per presentare alla segreteria del Comune le liste di aspiranti candidati che andranno a concorrere alle già fissate elezioni. In tale ottica sul sito dell’amministrazione comunale è comparso il vademecum aggiornato su cosa servirà per potersi candidare, con termini e modalità da dover rispettare per tutta la macchina politica organizzativa e qualche novità.

    L’ITER PER LA COMPOSIZIONE NUMERICA DELLE LISTE
    Ogni lista dovrà essere composta da un minimo di 16 ad un massimo di 24 aspiranti consiglieri, rispettando la quota di genere di 1/3, allegando anche il nome del sindaco che si andrà ad appoggiare ed il relativo programma politico. Ogni lista dovrà essere sottoscritta da un minimo di 200 ad un massimo di 400 di elettori nei 180 giorni precedenti il termine di presentazione delle liste (quindi in teoria si sarebbe potuto iniziare a raccogliere firme da aprile). Si dovrà rispettare anche però le normative sulla privacy ed il trattamento dei dati, rendendo quindi teoricamente più complesso il sistema porta a porta o con bacchetti strategicamente vaghi effettuato nel passato da movimenti e partiti. La firma degli elettori deve essere apposta su appositi moduli riportanti il contrassegno di lista, il nome, cognome, luogo e data di nascita di ciascuno dei candidati, nonché il nome, cognome, luogo e data nascita di ognuno dei sottoscrittori.

    Ogni elettore può sottoscrivere una sola lista, e se candidato nessuna, il che vuol dire che nella polemica delle troppe liste in teoria a Lamezia Terme il limite massimo totale sarebbe intorno alle 300, mentre nel 2015 le liste erano state 23 per 6 aspiranti sindaci.

    TUTTI IN FILA AL COMUNE 
    Tra le 8 del 11 ottobre e mezzogiorno del 12 ottobre si prevede una certa calca in via Perugini poiché, mancando tutta la rappresentanza degli organi di indirizzo politico, le autentiche delle firme dovranno essere effettuate da altre figure con tempi più lunghi per le verifiche delle stesse. Nello specifico la normativa indica «i notai, i giudici di pace, i cancellieri e i collaboratori delle cancellerie delle corti di appello, dei tribunali ovvero delle sezioni distaccate di tribunale, i segretari delle procure della Repubblica, i presidenti delle province, i sindaci metropolitani, i sindaci, gli assessori comunali e provinciali, i componenti della conferenza metropolitana, i presidenti dei consigli comunali e provinciali, i presidenti e i vice presidenti dei consigli circoscrizionali, i segretari comunali e provinciali e i funzionari incaricati dal sindaco e dal presidente della provincia. Sono altresì competenti ad eseguire le autenticazioni di cui al presente comma i consiglieri provinciali, i consiglieri metropolitani e i consiglieri comunali che comunichino la propria disponibilità, rispettivamente, al presidente della provincia e al sindaco».

    I COSTI IPOTETICI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE
    Avendo popolazione superiore a 50.000 abitanti, anche a Lamezia Terme insieme alle liste e alle candidature dev’essere presentato un bilancio preventivo di spesa, da rendersi pubblico mediante affissione sull’albo pretorio del Comune. Inoltre, con esclusione dei candidati che spendono meno di euro 2.500 avvalendosi unicamente di denaro proprio, dal giorno successivo a quello di indizione delle elezioni coloro che intendono candidarsi possono raccogliere fondi per il finanziamento della propria campagna elettorale esclusivamente per il tramite di un unico mandatario elettorale, con un tetto massimo di spesa per ogni candidato che non potrà superare 87.000 euro per ogni aspirante sindaco (25.000 euro di quota fissa più un euro per ogni elettore lametino), 8.100 per ogni consigliere comunale (5.000 fissi, 0,05 per ogni elettore). Anche a fine elezioni ogni lista dovrà presentare un consuntivo delle spese, andando incontro in caso contrario a sanzioni da parte della sezione regionale di controllo della Corte dei conti da 50.000 a 500.000 euro.

    ETICA, MORALE, LEGGI E TRASPARENZA PER I CANDIDATI
    Discorso a parte è poi quello delle cause di incandidabilità previste dalla legge (condanne definitive per reati relativi a droga, armi, contro la pubblica amministrazione, condanna ad  una  pena  non  inferiore  a  due  anni  di reclusione per un delitto non colposo, etc.), per cui già nei partiti si ci divide tra chi vorrebbe avere regole comuni più stringenti e chi guarda l’aspetto etico e morale, anche alla luce dei criteri usati discrezionalmente nei decreti di scioglimento in cui si analizzano anche le situazioni di parenti, amici o ambienti frequentati dagli eletti al netto di assenza di carichi pendenti o fedina penale pulita del candidato. 

    Per quanto riguarda la problematica relativa alla rinuncia alla candidatura, la legge non contiene alcuna disposizione in merito, ed eventuali rinunce intervenute dopo la scadenza dei termini avranno effetti solo sul diritto all’elezione del rinunciatario, non potendo più incidere sulla composizione della lista.

    Di competenza e capacità dimostrate non parlano i partiti, ma da inizio anno vige un nuovo obbligo da rispettare: entro il 27 ottobre i partiti, movimenti politici, liste o candidati collegati che si presentino alle elezioni, dovranno pubblicare sul proprio sito internet, per ciascun candidato, il curriculum vitae e il relativo certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale non prima del 10 agosto (90 giorni dalla data fissata per la consultazione elettorale). In caso di omissione possibile sanzione amministrative pecuniaria da 12.000 a 120.000 euro.

    Gli stessi documenti entro il 3 novembre dovranno essere pubblicati anche dal sito internet del Comune nella sezione «Elezioni trasparenti», che in via Perugini vorrà dire fare molto meglio di come si sta facendo con amministrazione trasparente, ma in questo caso la mancata pubblicazione non comporterà alcuna sanzione per il Comune.

    NO RELIGIONE, SPORT O SIMBOLI COMUNALI NEI LOGHI DELLE LISTE
    Sui loghi scelti per le liste non si potranno usare immagini o soggetti di natura religiosa, l’uso di simboli propri del Comune (anche se il Bastione di Malta è un evergreen già usato spesso nelle liste) nonché di denominazioni e/o simboli o marchi di società (anche calcistiche) senza che venga depositata apposita autorizzazione all’uso da parte della stessa società, o che fanno riferimento a ideologie di stampo fascista o nazista.

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